Il 13 dicembre non è una data come un’altra per Lanciano, in particolar modo quest’anno. Di oggi ricorre infatti l’anniversario di una triste pagina di storia, gli 80 anni dalla strage della “notte di Santa Lucia” con il bombardamento avvenuto in contrada Sabbioni di Lanciano durante la Seconda Guerra Mondiale. In una cantina adibita a rifugio, persero infatti la vita a causa di una bomba ben diciassette civili. A ricordare quel triste avvenimento c’è oggi una lapide affissa sulla parete esterna della Chiesa di Santa Giusta.
“Il primo di quei nomi – afferma la signora Paola Iocco – è quello di Arboretti Maria Giovina detta Nella: la mia nonna materna, morta all’età di 23 anni. Con lei, oltre alle famiglie vicine, c’era tutta la famiglia Tupone, incluso mio nonno materno, Antonio,ferito gravemente, ma sopravvissuto all’eccidio del 1943. A causa dei danni riportati ad una gamba da una scheggia, fu portato all’Ospedale Civile di Bari. Nella strage perse la vita tutta sua famiglia eccetto il fratello Giovanni che si salvò perché in quel momento si trovava casualmente nella stalla.

I soccorritori gridarono al miracolo, in modo particolare per la piccola Ida Maria di 3 anni, mia madre, la quale era stata affidata alla protezione della Madonna del Ponte grazie alle preghiere di mia nonna, parole, pronunciate con lucidità fino all’ultimo respiro: lei la trovarono sola fuori dalla cantina. Tutti i corpi furono poi portati, per il riconoscimento, presso l’edificio Principe di Piemonte, adibito ad obitorio. I nomi di quegli innocenti martiri vennero poi incisi sul marmo del Monumento dedicato ai Caduti che si trova in Piazza Plebiscito a Lanciano”.
. Simone Cortese