ORTONA- La riserva delle antenne. La riserva regionale dell’Acquabella vanto paesaggistico del territorio è diventato questo: un luogo dove crescono le antenne. E’ questa l’impressione che hanno i residenti di una porzione del territorio che attrae turisti con il suo borgo marinaro, la sua vegetazione e il suo mare limpido.
Un luogo che era un paradiso, ma che ora non lo è più.
“Il paesaggio è cambiato – ci spiega Rosalia Tucci residente – complice l’assenza degli alberi della pineta, che sono stati distrutti dal rovinoso incendio di due anni fa, ora si intravvede, purtroppo, tutto lo scempio, perché è di questo che stiamo parlando”.
In una zona in cui già insistevano ben tre antenne. Tutte collocate in piena riserva regionale, a marzo, senza preavviso alcuno, ne è sorta un’altra, del tipo 5G, in contrada Moro.
Ed è da questo momento che è iniziata la battaglia di residenti e cittadini riunitisi in un Comitato spontaneo.
Un cantiere che, in sette mesi, ha vissuto alterne vicende e che viene costantemente monitorato dal comitato. Un’antenna che pare che sia entrata in funzione da quattro giorni senza che sia stata fatta comunicazione alcuna.
La novità è che ora il comitato si è allargato comprendendo, tra i territori da tutelare dall’installazione delle antenne, anche la riserva dei Ripari di Giobbe. Anch’essa, ahinoi, sfoggia la sua bella antenna, in modo da poter avviare un’azione comune.
I componenti sono oltre a Rosalia Tucci, Andrea Mangi, Davide Menga. Si sono aggiunti anche Carlo Tortella e Pasquale Cacciacarne. Quest’ultimo da tempo molto attivo a difesa della baia Ripari di Giobbe.

Il comitato, che ha avviato anche una raccolta firme, chiede la dislocazione delle antenne da territori oggettivamente sensibili, ad alto valore paesaggistico e in cui le antenne, tra le altre cose, sono troppo vicino alle abitazioni. Il problema posto dai residenti è anche quello del potenziale problema che si potrebbe porre per la salute umana.
“L’auspicio- ci spiega ancora Tucci- è che presto venga presentato un piano antenne, ma per noi è più importante che prima ci sia una programmazione e un confronto in modo da poter intervenire per dare indicazioni. Sarebbe diverso non avere questa possibilità e trovarsi ad avere un piano antenne che sia di fatto un condono di ciò che è stato realizzato e questo noi non lo vogliamo. Vogliamo da oggi in poi tutta quella attenzione sul territorio che non c’è stata, ci sia”.
- Daniela Cesarii