Si celebra oggi, mercoledì 3 maggio, la giornata mondiale della libertà di stampa, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993 per sensibilizzare la comunità globale in merito a quella che, a conti fatti, costituisce una delle più importanti declinazioni di uno dei diritti fondamentali sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ossia la libertà di opinione ed espressione.
All’articolo 19, infatti, la Dichiarazione recita: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Come ogni anno, la giornata offre un’occasione preziosa per riflettere in merito alle condizioni in cui versa la libertà di stampa nel Mondo. Sotto questo profilo, di particolare interesse risulta il lavoro svolto dall’associazione non governativa “Reporter Senza Frontiere” che, ogni anno, cura la compilazione del Press Freedom Index.
Gli ultimi dati disponibili, relativi all’edizione 2022 (su dati 2021), testimoniano crescenti polarizzazioni e campagne di propaganda e disinformazione nel mondo.
Per 20 Paesi sui 180 esaminati, la situazione è definita estremamente grave, per 38 difficile e per ben 69 problematica.
Le situazioni complessivamente peggiori si concentrano in nelle regioni Magreb-Medio Oriente, Asia-Pacifico e Africa.
Guidano la classifica dei Paesi ove la stampa è ritenuta più libera Norvegia, Danimarca e Svezia.
Per il nostro Paese non ci sono buone notizie: il punteggio risulta in calo rispetto a quello del 2021 (da 76,61 a 68.16): a pesare, oltre alle considerazioni legate alle minacce ai giornalisti da parte della criminalità organizzata, sono soprattutto le violenze verbali e fisiche che diversi giornalisti hanno subito nel documentare le proteste contro le misure anti-covid (il report 2022 fa riferimento ai dati 2021).
