Il grave problema della siccità è sempre più sulla bocca di tutti e sempre più visibile, come evidenzia anche uno studio condotto dalla Commissione Europea. Gli effetti della mancanza di precipitazioni sono già evidenti ed oltre ad avere ripercussioni sul lato ambientale, hanno ripercussioni anche sul lato economico e sociale.
Quanto spendono i comuni per il mantenimento e la costruzione delle strutture idriche? È la risposta a cui l’ultimo studio di Open Polis (fondazione indipendente e senza scopo di lucro che promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche, la trasparenza e la partecipazione democratica) ha cercato di dare una risposta.
Ebbene, dai dati emerge come in Italia a spendere di più sia il comune di Venezia, con ben 27,88 euro pro capite. Un valore che è più del doppio rispetto alla seconda città in classifica: Milano, con 12,63 euro.
Sono invece tre i comuni in cui le uscite non superano l’euro: Bari (0,94 euro pro capite), Firenze (0,54) e Genova che non riporta spese.
Questo cosa significa? Che Bari gestisce meglio la materia rispetto a Venezia? Assolutamente no. Open Polis sottolinea come spese maggiori o minori non implichino una corretta o scorretta gestione della tematica, precisando poi come “spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa”.
Ma in tutto questo, quanto spendono le quattro province abruzzesi?
Se dovessimo fare una graduatoria, a spendere di più sarebbe L’Aquila, con una spesa pro capite per il servizio idrico integrato pari a 7,42 euro. Segue, scendendo di molto, Pescara, con 1,2 euro pro capite. Quanto a Chieti e Teramo, entrambe si attestano sotto l’euro. La prima, infatti, registra una spesa pari 0,69 euro e la seconda pari a 0,21 euro pro capite.
Beatrice Tomassi