CHIETI- Un Venerdì Santo che difficilmente verrà dimenticato da Chieti e dalla sua gente, in occasione della storica processione teatina. Dopo lo stop causato dalle limitazioni sanitarie, la città torna a celebrare la liturgia con rinnovato spirito e un corteo arricchito dai 7 simboli della Passione, dai confratelli degli ordini religiosi, senza tralasciare la suggestività dei cantori e dei musicisti tra le note del Miserere di Selecchy.
Celebrazione e tradizione si fondono nella cornice del centro storico: migliaia di cittadini accorsi lungo l’itinerario illuminato dalle fiaccole, al calar del sole, hanno accompagnato la processione dalla Cattedrale di San Giustino per vivere il Venerdì Santo nel rispetto dell’identità culturale, che caratterizza una manifestazione secolare, datata intorno al IX sec. d.C e tra le più antiche d’Italia. L’emozione della piazza segue il climax ascendente del Miserere eseguito dal coro e dall’orchestra dell’Arciconfraternita, un momento solenne che inquadra nell’ottica cristiana i 7 “Trofei” della Passione di Cristo: l’Angelo, le Lance, la Colonna con il Gallo, il Volto Santo, il Sasso, la Scala, la Croce.
L’accurata realizzazione dell’evento ha regalato a Chieti e ai turisti provenienti da tutto il mondo una giornata all’insegna della condivisione, nonché l’opportunità di far conoscere una parte importante della storia teatina ai meno giovani. Una festa che nasce con l’obiettivo di restituire alla cittadinanza quei valori scalfiti dalla modernità e dalla società tecnologica, attraverso la virtù della cultura e dell’arte.


















Dennis Spinelli







