Una dissezione aortica scambiata per una lombosciatalgia
La loro mamma era una donna forte e giovane. La lasciarono in ospedale perchè aveva un tremendo dolore alla schiena, non riusciva neanche a stare in piedi. Da Lanciano venne trasferita a Vasto, dopo che dal Renzetti era stata dimessa poichè si riteneva che i suoi dolori fossero solo una lombosciatalgia.
La mattina una telefonata alla figlia, all’epoca poco più che trentenne: ” venga sua madre è morta”.
Una storia tremenda che all’epoca colpì molto la città. Ora finalmente dopo 12 anni, la donna morì l’8 marzo, il giudice da ragione ai figli della signora e l’azienda sanitaria dovrà risarcirli con 400mila euro.
“Al di là di ogni forma di risarcimento- ci dice l’avvocato Alessandro di Martino legale dei figli, ora finalmente la Giustizia ha accertato le cause della morte della povera donna.
Il coraggio e la determinazione dei figli è stato determinante e dimostra che bisogna avere sempre fiducia nella legge, anche nei momenti più difficili .
Questo provvedimento non toglie nulla al grande impegno che il personale medico e paramedico dedica quotidianamente per garantire la salute di tutti. Purtroppo, non sempre le cose vanno come dovrebbero andare “
A distanza di 12 anni, il giudice Gianluca Falco della sezione civile del tribunale di Chieti ha stabilito che la ASL Lanciano- Vasto -Chieti ha sbagliato.
<<Nel caso in esame la condotta omissiva, colpevolmente tenuta dai sanitari, ha cagionato la morte della paziente mentre una diversa condotta, vale a dire una diagnosi corretta e tempestiva, unitamente ad un adeguato trattamento, ne avrebbe consentito la guarigione chirurgica e clinica», recita la sentenza>>.
La donna per oltre 12 ore non sarebbe stata sottoposta a nessun tipo di accertamento approfondito. Se così fosse stato, per quanto la “dissezione aortica addominale”, la causa della morte sia una condizione grave, si sarebbe potuto cercare di salvarla.
“La mancanza di una adeguata valutazione diagnostica, si legge sempre nella sentenza, differenziale della sintomatologia presentata dalla paziente-, che per alcuni aspetti potrebbe anche essere considerata tipica di una dissezione (dolore lombare, ipostenia agli arti inferiori), restando ancorati alla generica diagnosi sintomatica di “lombosciatalgia”, ha generato una cascata di eventi che hanno condotto verso una “direzione errata” che ha allontanato, nel breve tempo a disposizione, i sanitari dalla diagnosi propria, tralasciando di fatto tutta una serie di indagini opportune e indicate, che sicuramente avrebbero permesso un tempestivo e corretto inquadramento della patologia, con i relativi e consequenziali trattamenti terapeutici; diagnosi effettuata solo post mortem».
Una morte quindi evitabile secondo i giudici.