CHIETI- In una nota congiunta il sindaco di Pescara, Carlo Masci, e quello di Chieti, Diego Ferrara, esprimono preoccupazione per l’istituzione del corso di studio in “Diritto dell’ambiente e dell’energia” da parte dell’Università di Teramo a Lanciano.
“Si tratta di una iniziativa avallata dalla Regione Abruzzo, che ha allo scopo già disposto un protocollo con l’Ateneo attraverso una delibera di Giunta regionale e stanziato risorse per finanziarlo, il tutto fatto forse senza valutare appieno le conseguenze che la scelta di istituire tale indirizzo di studi, a soli 30 km di distanza dal nostro Ateneo e nel medesimo contesto territoriale, avrebbe potuto arrecare al comprensorio di Chieti e Pescara, su cui insiste già il corso Segi, Scienze dei Servizi Giuridici dell’Università d’Annunzio, attivo ormai da vent’anni”.
I primi cittadini si dicono rammaricati “di non aver potuto rappresentare il punto di vista delle rispettive città che vivono entrambe anche dell’economia prodotta dalla presenza del comune Ateneo e che, di conseguenza, subiranno di certo un danno con l’istituzione di un corso da parte di un’altra realtà, pur regionale, perché la somiglianza degli indirizzi potrebbe comportare una contrazione del numero degli iscritti del Segi, con pregiudizio economico non solo per l’amministrazione universitaria, ma anche per i nostri rispettivi territori e l’indotto legato proprio alla presenza degli studenti in quel di Chieti e di Pescara”.
Per Masci e Ferrara la Classe di laurea L14 avrebbe potuto giocare un ruolo strategico, se l’obiettivo era quello di potenziare la presenza di istituti formativi sul territorio di loro competenza, perché ha ricevuto ottime valutazioni a livello nazionale, collocandosi nelle posizioni di vertice nelle più recenti classifiche del CENSIS in cui risulta essere quarta dopo gli Atenei di Trento, Milano e Torino e riportando il costante apprezzamento da parte degli studenti.
“Questa comune mobilitazione- prosegue la nota- che porteremo avanti anche formalmente di fronte al Ministero e al Consiglio universitario nazionale che deve ancora dare il suo avallo, non vogliamo figuri come una levata di scudi fra campanili. Abbiamo unito le forze a difesa di un Ateneo che, oltre a unirci, è anche il maggiore d’Abruzzo con i suoi 23 mila iscritti e che fino a oggi dalla Regione non ha ottenuto investimenti né in termini formativi, né per servizi alla popolazione studentesca, in modo da poter risultare ulteriormente attrattivo sia per il territorio su cui insiste, ma soprattutto per la regione tutta in cui opera storicamente”.
Daniela Cesarii