Una stagione vissuta sul filo della passione, tra alti e bassi, si chiude nel modo più incredibile e commovente possibile. Al Guido Biondi, davanti a una curva infuocata e traboccante d’amore, il Lanciano FC conquista la salvezza al termine di una sfida epica contro il San Salvo, nella gara più tesa e vibrante dell’anno.
Una bolgia, una missione, una città intera
Due risultati su tre, ma zero margine di errore. Il Lanciano scende in campo sapendo che ogni pallone può valere un’intera stagione. La curva sud Ezio Angelucci lancia il suo messaggio, chiaro e potente: “La tua effigie risorgerà dal fuoco come una fenice”. E i rossoneri rispondono con grinta, determinazione e cuore.
La prima frazione è un concentrato di emozioni. Diaz Crespi e uno scatenato Arboleda mettono più volte paura alla difesa ospite, ma sprecano due occasioni limpide. Il San Salvo, ben messo in campo, si rende pericoloso con un’incursione centrale, ma il giovanissimo D’Aloisio è reattivo e salva i suoi. È poi Paniagua ad accendere lo stadio colpendo la traversa con una bordata dai 25 metri.
Secondo tempo nervoso e polemico
Nella ripresa le energie calano, sale il nervosismo. I ritmi si abbassano, ma la tensione resta altissima. Da segnalare un episodio controverso in area su De Giosa, non sanzionato dal direttore di gara. A seguito delle proteste, mister Aquilanti viene espulso, aumentando la pressione su una squadra già tesa ma viva.
I rossoneri meritano il vantaggio, ma il gol non arriva. E così si va ai supplementari, dove tutto può succedere.

Il gol, il pareggio, la rissa: 120 minuti di battaglia
Il San Salvo trova il vantaggio, e lo stadio piomba nel gelo. Sembra l’ennesima beffa di una stagione maledetta. Ma questa volta no: il Lanciano non molla. Spinto da una curva che non smette un attimo di cantare, i rossoneri pareggiano grazie al rigore freddo e pesantissimo di Arboleda, autentico trascinatore.
Poi il caos. Una rissa accende ulteriormente il clima, ma nulla scalfisce il cuore dei padroni di casa. C’è persino tempo e spazio per sognare il vantaggio, ma ciò che conta è scolpito sul tabellone: 1-1 al termine dei supplementari, il Lanciano è salvo.
Il riscatto di un popolo: la fenice è rinata
Un’intera città esplode di gioia. Abbracci, lacrime, fumogeni, bandiere. Il Lanciano FC è salvo e lo fa nel modo più sofferto e autentico: lottando fino all’ultimo respiro. Un pomeriggio da ricordare, che riscalda i cuori e getta le basi per un nuovo inizio.
Perché sì, lo striscione della curva deve avere un senso, e una ragione: la fenice è rinata.
- Dennis Spinelli