Il tempo delle promesse sembra ormai agli sgoccioli. A confermarlo è stato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, durante il question time alla Camera dei Deputati, dove ha riaffermato l’impegno concreto del Governo per arrivare, entro il 18 agosto 2025, a una normativa organica che preveda il graduale superamento dell’uso degli animali nei circhi. Un passaggio epocale che, se rispettato nei tempi e nei contenuti, potrebbe segnare la fine di una tradizione controversa e l’inizio di un nuovo modello di spettacolo, più etico e rispettoso degli esseri viventi.

Una svolta culturale prima ancora che normativa
“Il tema dell’impiego degli animali nei circhi è stato oggetto di un ampio confronto con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali”, ha spiegato Giuli, sottolineando che la questione sarà parte integrante del nuovo Codice dello Spettacolo, attualmente in fase di redazione. Una riforma attesa da anni, che nasce dall’esigenza di allineare l’Italia alle migliori pratiche internazionali in tema di tutela animale. Ma non è solo una questione tecnica o giuridica. È anche una presa di posizione culturale, rafforzata dall’inserimento della tutela degli animali nell’articolo 9 della Costituzione, che consacra il benessere animale tra i valori fondanti della Repubblica. “Una svolta storica – ha dichiarato il Ministro – che dà ancora più forza e legittimità alle nostre azioni”.

Incentivi e sanzioni: due facce dello stesso cambiamento
Parallelamente all’iter legislativo, il Ministero ha già messo in campo misure concrete. Il decreto del 23 dicembre 2024 ha introdotto un sistema di premialità per gli enti dello spettacolo che rinunciano all’uso di animali. Questi soggetti, nel momento in cui presentano progetti per accedere ai fondi pubblici, ricevono un punteggio maggiore, incentivando così una trasformazione virtuosa del settore.
Ma il bastone accompagna la carota: è stato avviato anche il procedimento di revoca dei contributi per quegli organismi già beneficiari di fondi pubblici che risultino condannati, in via definitiva, per reati di maltrattamento di animali. Un messaggio chiaro a chi continua a ignorare la nuova direzione impressa dalle istituzioni.
Una corsa contro il tempo
Il conto alla rovescia è iniziato: la legge n. 106 del 2022 ha delegato il Governo a intervenire sulla materia, ma la finestra utile scadrà il 18 agosto 2025. Oltre quella data, la delega decadrà e l’occasione potrebbe sfumare. Da qui l’appello di molte associazioni animaliste affinché non si perda altro tempo. Perché se il cambiamento è ormai un imperativo morale, è anche una responsabilità politica.
La mobilitazione civile è già partita: da campagne social a opere artistiche di protesta, come il murale comparso a Roma con il volto del Ministro Giuli, tutto converge su un messaggio semplice ma potente: i tempi sono maturi per liberare gli animali dai tendoni.
Il futuro dello spettacolo è senza gabbie
In un Paese dove ancora oggi si contano centinaia di animali costretti a esibirsi, la svolta legislativa auspicata dal Ministero potrebbe rappresentare una cesura netta con il passato. E, insieme, una nuova visione di cultura e intrattenimento, capace di emozionare senza costringere, stupire senza sfruttare.
Il 2025 si profila così come un anno chiave, non solo per il mondo dello spettacolo, ma per la maturazione di un’etica pubblica più sensibile, più evoluta. Perché uno spettacolo davvero moderno non ha bisogno di catene. E nemmeno di silenzi.
- Dennis Spinelli