Dopo la struggente e misteriosa processione del Giovedì Santo con le lunghe file dei confratelli incappucciati a fare da guida silenziosa, all’incedere lento e faticoso del Cireneo, oggi è il giorno dei funerali del Signore e con la solenne processione del Cristo Morto, l’Arciconfraternità della Morte e Orazione sotto la protezione di San Filippo Neri, mostra alla città tutta la sua storia e la bellezza barocca di un’appuntamento che ogni anno fa sempre registrare un grandissimo seguito ed ineteresse.
Il tutto segue un rituale ben preciso fin dalle ore 19 con l’uscita dalla chiesa, la disposizione dei misteri, la Croce e il Cireneo, la consegna dei fiocchi della bara del Cristo Morto, gli abiti confraternali e tanto tantissimo raccoglimento. Le musiche di Ravazzoni e Masciangelo faranno la loro parte nella creazione dell’atmosfera fatta di misticismo e mistero.

Con la Pannarola saranno i bambini ad aprire la processione perché rappresentano la forza motrice che fa andare avanti l’uomo attraverso il messaggio evangelico. A seguire ci sono i talami con i misteri della Passione, accollati da adolescenti o da giovani confratelli. Ed è a questo punto che si trova la Croce, portata a spalla da un confratello scalzo, a ricordo di Simone di Cirene, che aiutò Gesù nella sua salita al Golgota. Il Cireneo è senza dubbio, come anche nella processione del Giovedì Santo, la figura che genera maggior interesse, curiosità e pathos emotivo poiché racchiude in sé tutto il significato della Passione di Cristo ed è ciò che caratterizza maggiormente l’Arciconfraternita.
E i confratelli tutti gli fanno da ala, come in un grande abbraccio mentre si alternano nell’accollare la bara del Cristo Morto, privilegio esclusivo dei confratelli dell’Arciconfraternita Morte e Orazione. La processione viene simbolicamente chiusa dalle consorelle che con la loro incessante preghiera accompagnano e circondano le statue dell’Addolorata, Maria di Magdala e Maria di Cleofa.