L’inferno si veste d’orrore a Roio, in provincia de L’Aquila. Dopo le disperate segnalazioni portate avanti dalle Associazioni locali, tra le quali “Animali alla riscossa L’Aquila”, “Amici Animali” e “Oipa Aquila”, nonché il pronto intervento del giornalista attivista Enrico Rizzi, un’azienda agricola è stata denunciata per reati contro gli animali presenti nella struttura, o meglio nella discarica a cielo aperto dove cavalli, agnelli, tacchini e cani vivevano in condizioni igienico sanitarie drammatiche.
Nella mattinata di ieri 6 aprile l’arrivo di Enrico Rizzi, da anni impegnato nella tutela degli animali attraverso i propri canali social, ha sollevato numerose reazioni da parte della comunità abruzzese e delle autorità pubbliche, accorse sul luogo della tragedia.
Qui la troupe ha potuto documentare lo stato degli animali: carcasse, ossa e pezzi di carne lungo tutto l’area verde perimetrale, cavalli malati e denutriti rinchiusi dentro un recinto stretto ricoperto da escrementi, agnelli lasciati senza adeguate cure mediche e cadaveri abbandonati nelle stalle, cani sprovvisti di microchip, acqua, cibo e riparo, ovviamente non sterilizzati. L’immagine più cruda è quella di un cavallo ormai esausto, privato della sua dignità, accasciato a terra agonizzante e visibilmente vicino alla morte.
LA RESPONSABILITÀ DELLE AUTORITÀ
Come apprendiamo dai volontari delle Associazioni e dalle dichiarazioni di Rizzi, circa una settimana prima ci sarebbe stato un sopralluogo operato dalla ASL e dalle autorità competenti, dalla cui visita sarebbero emerse ipotesi di reato, indagini poi avviate dalla Guardia Agroforestale italiana ODV ETS. L’arrivo nella mattinata del 6 aprile, a giorni di distanza dalla visita, della Polizia, dei Carabinieri Forestali e del veterinario ASL, chiamato su specifica richiesta degli ufficiali, hanno scongiurato un epilogo tragico per gli altri ospiti del lager, o almeno per gli animali ancora in vita. Una settimana, ricordiamo, di immobilismo, omertà e attesa.
Nella nota della compagnia Agroforestale si legge: “Da fuori il recinto si riusciva a vedere chiaramente l’interno, dove giaceva un cavallo morto nel fango. Inoltre, a pochi chilometri di distanza, si è scoperto un altro sito, utilizzato come deposito per carcasse di cavalli deceduti, con due cadaveri di cavalli lasciati a suolo e senza interramento. A prima vista, e anche notando che qualche animale ha iniziato a depredarne uno, si pensa che siano li già da tempo, il fatto accaduto in località di Roio (L’Aquila) è stato prontamente relazionato all’Autorità Sanitaria Locale, e all’autorità competente”.
ORRORE NEL LAGER DI ROIO: NON È LA PRIMA VOLTA
Non è il primo gravissimo episodio che riguarda l’azienda agricola e il suo proprietario. Nel 2019 fu la volta di alcuni cuccioli di pastore abruzzese costretti al canile, poi nel 2023 le segnalazioni circa le condizioni in cui versavano gli animali della struttura. Nell’ambito delle segnalazioni perpetuate nel tempo, si apprende di cani rinchiusi in un bidone e altri due cuccioli fatti sparire in un furgone, oltre alle manifeste conseguenze dell’incuria come prassi di gestione consolidata.
Nonostante l’efferata crudeltà dei maltrattamenti, sono anni che il titolare continua indisturbato nella attività all’interno del suo lager. Nel 2026 L’Aquila sarà Capitale italiana della Cultura, titolo che stride con quanto osservato a pochi passi dal centro storico che dovrebbe rappresentare tutti i nobili valori dell’Abruzzo, una terra abituata tradizionalmente ad amare gli animali.
- Dennis Spinelli