Nuova vita e splendore rinnovato per un gioiello nascosto del patrimonio storico-artistico frentano. Sabato 21 marzo è stato infatti presentato l’intervento di restauro dei dipinti murali che ritraggono “L’Ultima Cena” e “La Madonna Immacolata” che si trovano in quella che è oggi la sala riunioni dell’Hospice Alba Chiara.
Questa moderna ed importante struttura, oggi dedita al fine vita ed alla cure palliative sorge nel quartiere Cappuccini, non lontano dalla chiesa di San Pietro Apostolo negli spazi di quello che era un complesso monastico risalente al XVI e XVII secolo, originariamente composto da una chiesa ed un convento dedicati a San Bartolomeo.
Parte dell’ex refettorio (oggi sala riunioni) ospita sulle sue pareti due importanti importanti dipinti murali che ritraggono le iconografie de “L’ultima Cena” e de “La Madonna Immacolata”

Entrambe di pregevole fattura, ed attribuite al maestro Giuliano Crognale (1770-1862), erano minacciate e rovinate da varie forme di degrado.
Fortunatamente nell’ottobre 2023 la Onlus che gestisce oggi la struttura sanitaria, grazie all’interessamento ed alla sensibilità dei dottori Pier Paolo Carinci e d Antonio Falconio, si è fatta promotrice del restauro conservativo delle opere, facendo predisporre un progetto di che è stato redatto dallo studio dell’architetto Agnese Senerchia in collaborazione con la collega Rosalba D’Ottavio.

Il progetto è stato poi sottoposto ed approvato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali delle provincie di Chieti e Pescara, ed il cantiere di restauro, è stato affidato alla dott.ssa Annarita Di Nardo.
Per finanziare le spese necessarie al cantiere di restauro è stata lanciata una campagna di crowdfunding, che senza nessun contributo pubblico o statale, ma solo grazie alla generosità dei privati cittadini, ha permesso di raggiungere in breve la somma necessaria a rendere possibile il recupero.
Un recupero prestigioso che torna a far vivere una testimonianza artistica, da molti sconosciuta e che non meritava certo di scomparire.
All’incontro di sabato 21 hanno preso parte per i saluti l’arcivescovo monsignor Emidio Cipollone, il sindaco di Lanciano Filippo Paolini la dottoressa Mirella Di Prinzio, responsabile UO Cure Palliative Hospice ASL 02, il dottor Antonio Falconio, presidente dell’associazione Alba Chiara Onlus ed il dottor Pier Paolo Carinci, suo predecessore alla guida del sodalizio ed oggi volontario.
Ad illustrare i dettagli del progetto e del cantiere di recupero erano presenti gli architetti Agnese Senerchia, progettista e direttore dei lavori e la collega Rosalba D’Ottavio.

Ed è proprio quest’ultima professionista, già protagonista nel recupero del portale di palazzo Vergilj a Lancianovecchia, a spiegare a Videocittà i dettagli del restauro.
“Le opere su cui siamo intervenuti sono due, “L’Ultima Cena” è una tempera su intonaco dalle dimensioni 240 x 485 centimetri che risale alla prima metà del XIX secolo ed situata nella lunetta su parete di fondo del refettorio e “La Madonna Immacolata” che è sempre una tempera su intonaco della stessa fattura e periodo de “L’Ultima Cena” ma dalle dimensioni di 165 x 140 centimetri.

L’opera – sottolinea la Senerchia – è anch’essa attribuita a Giuliano Crognale, ma presenta una parte in affresco di epoca precedente e risalente al 1700 di cui non conosciamo l’autore e che è visibile sulla parete longitudinale opposta a quella finestrata del refettorio.
I dipinti si presentavano con problematiche diverse, “L’Ultima Cena” (che ha la stessa struttura architettonica e compositiva dell’opera di Leonardo Da Vinci), aveva una vasta porzione aggredita da efflorescenze saline con evidenti perdite di pellicola pittorica, che lasciavano diverse figure degli apostoli prive di parti significative del modellato anatomico.
Inoltre l’intonaco presentava diverse lesioni trasversali, alcune profonde, nonché deformazioni e distacchi dal supporto murario.
La superficie risultava offuscata da spessi depositi di polvere, a tratti sedimentata, che copriva le restanti figure e opacizzava i gradevoli toni di colore stemperati dall’artista. Numerose erano invece le abrasioni che deturpavano la scena dipinta e le lacune dovute al degrado materico ascrivibile a processi chimico-fisici.

La superficie del dipinto della Madonna invece, risultava quasi totalmente ricoperta da scialbature a base di calce. Al di sotto di questa tinteggiatura, erano presenti le campiture cromatiche originali. Sul bordo inferiore diverse stuccature circolari eseguite in maniera grossolana celavano dei ganci in metallo, oltre alla presenza di lesioni.
Dopo la rimozione dello scialbo è emerso contestualmente al dipinto del Crognale dell’Ottocento, un precedente dipinto ad affresco della metà del Settecento.
In sintesi i due momenti storici a cavallo tra i due secoli si palesavano sotto lo sguardo sorpreso dello spettatore. Il dipinto della Madonna, oltre a possedere il fascino della sovrapposizione e della coesistenza, presenta una iconografia molto suggestiva.
La Madonna compare aureolata di 12 stelle, con una sottile falce di luna al suo fianco, sotto i piedi un drago simbolo del demonio, vestita di rosso. Rappresentata in piedi, giovane e bella, è sorretta da angioletti alati e circondata da cherubini.
Il restauro si è concentrato principalmente sul recupero delle superfici compromesse, attraverso un consolidamento materico, la riadesione tra il supporto murario e l’intonaco e la rimozione di tutte quelle stuccature che celavano interventi maldestri e dannosi per le opere.

È stata posta particolare attenzione alla ricostruzione figurativa di entrambi i dipinti murali, che con la reintegrazione pittorica eseguita per velature di colore ad acquerello, ha restituito la giusta lettura delle scene sacre rappresentate.
A conclusione dell’intervento – afferma ancora l’architetto – si è dotato l’ambiente di illuminazione museale dedicata atta a valorizzare le opere e di dissuasori progettati ad hoc per evitare il contatto diretto tra le persone e i dipinti.
Poter finalmente dare nuova vita a queste opere – sottolinea in chiusura l’architetto Senerchia – è stato possibile grazie a sinergie virtuose tra Asl, Soprintendenza, un ringraziamento particolare va qui all’architetto Aldo Giorgio Pezzi, funzionario patrimonio storico-artistico SABAP per le provincie di Chieti e Pescara dott.ssa Eliseba De Leonardis, RUP del progetto SABAP – unendo le forze e le professionalità siamo riusciti a rendere tangibile e concreto un intervento urgente di cui le opere avevano bisogno da anni”
Si ringrazia per le informazioni tecniche, le foto e la disponibilità l’architetto Agnese Senerchia.
. Simone Cortese