Ha scelto il silenzio davanti al gip di Perugia il diciottenne posto ai domiciliari con l’accusa di istigazione o aiuto al suicidio, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Andrea Prospero, il 19enne studente universitario che si è tolto la vita il 24 gennaio scorso a Perugia.
Nel corso dell’udienza di garanzia, il giovane – assistito dal proprio legale – non ha reso dichiarazioni spontanee né la difesa ha depositato memorie. Presente in aula anche il procuratore aggiunto di Perugia, Giuseppe Petrazini, che coordina le indagini. Terminato l’atto istruttorio, l’indagato ha lasciato il palazzo di giustizia a bordo di un’auto uscita dal garage sotterraneo del tribunale, evitando il contatto con la stampa.
Le frasi choc in chat
L’arresto del giovane, E.V., è scattato lunedì scorso su richiesta della Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, con il provvedimento firmato dal gip Margherita Amodeo. Nell’ordinanza di custodia cautelare sono riportati i contenuti delle chat tra l’indagato e la vittima. In uno di questi messaggi, rivolgendosi ad Andrea, E.V. scriveva: «Ce la puoi fare, vai, ammazzati».
Secondo gli inquirenti, i due erano in contatto da tempo e il giovane Prospero aveva più volte confidato all’indagato dettagli profondi della propria vita e il disagio psicologico che stava attraversando.
Le indagini proseguono per ricostruire nei dettagli la dinamica dei rapporti tra i due ragazzi e verificare eventuali altre responsabilità.