Emozioni pure, purissime che si fondono all’interno di una tela dipinta da storie, racconti, progetti e un cuore grande quanto la passione per il pallone. Sarebbe riduttivo descrivere la parabola Victoria Cross attraverso il contributo che ha donato alla sua piazza o al calcio abruzzese: la società ortonese ha dimostrato che è possibile trascendere i limiti tecnici o strutturali di una piccola realtà, che lo sport può davvero rappresentare un importante hub sociale dove condividere esperienze formative, una fonte di salvezza dai drammi, nonché un ponte culturale tra popoli lontani solo geograficamente.
Oltre le tribune, si estende infatti un campo lastricato di sani principi ed il messaggio lanciato nei 10 anni di attività tra i Dilettanti appare chiaro, benché non sia il primo e nemmeno l’ultimo: si può essere meravigliosamente di più, firmato Victoria Cross Ortona.
Il romanzo calcistico raccontato arriva dal Senegal ma si traduce in abruzzese, il cui autore è Gueye, il quale da circa sette anni veste la casacca del Victoria Cross divenendone in poco tempo giocatore assolutamente chiave. Merito dell’incontro voluto dal destino durante una normale partita di calcetto a Caldari, fautori il presidente Giampiero Misci e Pasquale Leonelli, che hanno spinto per accoglierlo nella famiglia calcistica.
Da qui inizia l’avventura di Mohammad, o meglio conosciuto da tutti come Mimmo, capitano tecnico e leader caratteriale del collettivo attualmente impegnato nella Seconda Categoria. Difensore classe 1983 con un passato da ex promessa Inter, padre di tre splendidi figli, uomo di valore che a Ortona, dal 2018, ha costruito la sua stabilità dopo un lungo girovagare tra Eccellenza, speranze e sogni infranti. Poi l’amore per Ortona e i suoi ragazzi: “Ho giocato in tante squadre, ma quasi tutto l’amore che ho ricevuto nel calcio me l’ha dato il Victoria Cross. Voglio ripagarli per tutto quello che mi hanno dato, intitolandogli la scuola calcio e portandogli qualche giocatore”.

Manca ormai poco alla nascita della Victoria Cross Academy, una scuola calcio gratuita dove poter accogliere i bambini del Dakar. Già nel 2019 il buon Mimmo, assieme al fratello presente sul territorio, aveva fondato proprio a Rufisque un centro calcistico per bambini dai 5 ai 15 anni.
Oggi questa oasi di sport e socialità conta circa 60 giovani promesse, 60 bambini tolti dalle strade a cui è stato restituito un futuro, un obiettivo, o attimi di sano divertimento. Gueye assicura: “Il talento c’è. Due di loro sono già stati portati in Francia, al Lione e al Nantes, mentre altri hanno raggiunto diverse squadre in Italia, anche in Abruzzo. Voglio dare a tanti altri bambini di talento quelle stesse possibilità, come se fosse una mia rivincita, perché so cosa significa patire e avere la fame per il calcio, soprattutto per non far rimanere i ragazzi per strada”.
A 42 anni, Mimmo Gueye non sembra volersi arrendere. Una settimana fa è sceso in campo nel match a Villa Santa Maria, dando fondo alla passione nonostante una settimana di febbre e Ramadan. Ora si aprono le porte della guida tecnica:
“Vorrei prendere il patentino, sto studiando per conseguirlo e quando smetterò di giocare mi vedo dirigente o allenatore della squadra. Non voglio mollare il Victoria Cross finché non saliamo di un’altra categoria”. Certamente queste storie fanno del bene al profondo del Calcio odierno, poiché ricreano quel legame autentico con lo sport e le sue finalità sul piano educativo-ricreativo, sociale e culturale. Che partano dal basso, tra i Dilettanti, è l’ennesima dimostrazione della potenza emotiva generata dalla bontà di voler donare spontaneamente agli altri. Ed è una vittoria per tutti: per Mimmo, per i bambini senegalesi, per il Victoria Cross, per Ortona, per il mondo del pallone.
- Dennis Spinelli