San Gabriele dell’ Addolorata è uno di quei santi che, pur vivendo una vita breve, ha lasciato un segno indelebile nella storia della spiritualità e nella devozione popolare.
Nato come Francesco Possenti nel 1838 ad Assisi, si spense a soli 24 anni nel 1862, ma in quel breve tempo si distinse per la sua profonda fede e la sua dedizione alla vita religiosa.
Oggi è considerato il patrono dell’Abruzzo e soprattutto patrono dei giovani, una figura di riferimento per chi cerca speranza e guida nelle difficoltà della vita.
Dalla vita mondana alla vocazione religiosa Francesco Possenti non nacque santo: anzi, la sua giovinezza fu caratterizzata da una vita spensierata, tra feste e piaceri tipici di un ragazzo dell’epoca.

Cresciuto in una famiglia benestante, sembrava destinato a una carriera brillante e mondana. Tuttavia, una malattia grave e la perdita della madre lo segnarono profondamente.
Il momento di svolta arrivò nel 1856, quando, durante una processione in onore della Madonna, sentì una chiamata interiore a consacrarsi a Dio. Abbandonò tutto e si unì ai Passionisti, prendendo il nome di Gabriele dell’Addolorata, in onore della Vergine Maria, alla quale dedicò completamente la sua vita.
Nel convento di Isola del Gran Sasso (Teramo), visse con umiltà, preghiera e sacrificio. Purtroppo, una tubercolosi fulminante lo portò via nel 1862, ma la sua fama di santità crebbe rapidamente grazie ai miracoli attribuiti alla sua intercessione.
Fu canonizzato nel 1920 da Papa Benedetto XV, diventando il patrono dell’Abruzzo, terra che lo ha accolto negli ultimi anni della sua vita, e la sua figura è strettamente legata alla gente abruzzese.

Ma è anche il protettore dei giovani, e chiunque abbia frequentato le scuole in Abruzzo sa bene che esiste un momento dell’anno in cui la sua devozione si fa sentire più che mai: i 100 giorni alla Maturità.
Ogni anno, a circa tre mesi dagli esami di Stato, migliaia di studenti delle scuole superiori abruzzesi (e non solo) si recano in pellegrinaggio al Santuario di San Gabriele, ai piedi del Gran Sasso, per far benedire le proprie penne e ricevere un po’ di sostegno spirituale in vista della grande prova.
È una tradizione ormai radicata: tra preghiere, foto di gruppo e qualche battuta scaramantica, i maturandi si affidano al Santo sperando in un aiuto dall’alto per affrontare lo stress degli esami.
Il Santuario di Isola del Gran Sasso diventa il cuore pulsante della celebrazione, accogliendo pellegrini, fedeli e studenti che si affidano alla sua protezione.
Quest’anno, come sempre, i maturandi si preparano a rendere omaggio al Santo con il tradizionale pellegrinaggio per la benedizione delle penne, un rito che mescola fede, scaramanzia e un pizzico di speranza.
Perché, si sa, quando si tratta di affrontare la maturità, ogni aiuto è ben accetto!Un legame che resiste nel tempo.
Nonostante il passare dei secoli, San Gabriele continua a essere un punto di riferimento per i giovani e per tutti coloro che affrontano momenti di difficoltà. Il suo santuario è oggi uno dei luoghi di culto più visitati d’Italia, segno che la sua presenza è ancora viva nel cuore dei fedeli.
E così, mentre gli studenti si preparano a vivere l’ultimo sprint verso la Maturità, un piccolo rito scaramantico (e di fede) non guasta: perché, in fondo, una penna benedetta da San Gabriele può essere il talismano perfetto per affrontare con serenità la sfida più temuta dagli studenti.