Tantissimi perugini, tra studenti, normali cittadini e rappresentanti delle istituzioni si sono stretti ieri, giovedì 30 gennaio, con una fiaccolata intorno alla famiglia di Andrea Prospero, il 19enne studente lancinese ritrovato morto nelle scorse ore nella stanza di un bed & breakfast del centro storico del capoluogo umbro.
La fiaccolata si è snodata lungo le vie dell’acropoli, da piazza dell’Università a piazza IV Novembre ed insieme ai genitori ed alla sorella del ragazzo erano presenti anche il rettore dell’ateneo perugino Maurizio Oliviero, il vescovo Ivan Maffeis, la sindaca Vittoria Ferdinandi, la presidente della Regione Stefania Proietti e diversi consiglieri comunali e regionali.

La prima cittadina, visibilmente commossa, ha affermato: “Invadeteci portate le vostre idee, speranze e progetti, perché questo è il vostro tempo; siete il nostro presente, non il nostro futuro“. Anche la governatrice Proietti ha promesso la vicinanza della Regione ai familiari. “Perugia e tutta l’Umbria sono la vostra famiglia, continueremo a starvi vicini. Gli amministratori, ha aggiunto l’ex sindaca di Assisi, devono ascoltare e fare di più”.
Il vescovo ha tenuto invece un momento di preghiera sottolineando poi la presenza di tanta gente e di tutte le istituzioni per una sorta di abbraccio della città alla famiglia, invitando ai giovani a parlare, a non chiudersi in sè stessti e ad esprimere i disagi che vivono.
Il padre di Andrea Prospero, ai microfoni dell’agenzia di stampa Adnkronos ha affermato “Siamo qui, a Perugia per lui e per non lasciare sola la sorella gemella. E’ un dramma a cui non riusciamo a dare una spiegazione. Tutto quello che vogliamo ora è capire che cosa è successo e speriamo che la magistratura e le forze dell’ordine ci diano delle risposte.
Non abbiamo notizie e siamo qui in attesa. A parte il ritrovamento della salma, non sappiamo altro. Vorremmo capire che ci facesse in quella stanza, come si è ritrovato lì, cosa è accaduto…E’ triste, tutto, ma più triste è non riuscire a comprendere, non riuscire a trovare spiegazioni, non riuscire a dare una ragione a questo dramma”.