Secondo un’analisi condotta da Confcommercio Abruzzo, il bimestre novembre-dicembre 2024 è stato favorevole ai consumi con un aumento a novembre, del +0,3% e del Pil del +0,9% annuo, a dicembre.
In particolare, a novembre, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio indica un +0,3% tendenziale per la spesa delle famiglie.
Tra i beni “tradizionali” continuano le difficoltà di abbigliamento e calzature, mentre modesti segnali di risveglio della domanda si registrano per i mobili. Resta critica la situazione dell’automotive.
“La crescita dei consumi, seppur non in misura evidente e riferita a specifici comparti – spiega Alberto Capretti, presidente vicario Confcommercio Abruzzo – fornisce segnali tutto sommato positivi in Abruzzo, anche se la propensione al consumo e, quindi, il ripristino del pieno funzionamento del circuito redditi-fiducia-consumi non può essere dato per scontato”.
Per quanto riguarda l’inflazione, la risalita non desta preoccupazioni: la stima è del +0,3% congiunturale e del +1,6% tendenziale a dicembre, con il dato medio 2024 a +1%.
Più consegne, meno negozi. Le vetrine continuano a spostarsi dalla strada alla rete: nei primi tre mesi del 2024 sono scomparse quasi 10mila imprese del commercio al dettaglio in Italia, per una media di oltre quattro negozi ogni ora.
Un crollo a cui corrisponde, anche in Abruzzo, la crescita inarrestabile degli acquisti online: “Lo scambio tra vetrine e pacchi, però, non è alla pari per le economie dei territori – afferma Capretti – con la migrazione degli acquisti verso le piattaforme internazionali di e- commerce, migra anche il gettito fiscale generato dai negozi”.