Che fine ha fatto il Calcio popolare e romantico? Da qualche tempo non è più la solita domenica per tanti appassionati sportivi.
Una verità troppo evidente alla luce dei mutamenti che sta attraversando il mondo del pallone: si sciolgono settori giovanili ovunque mentre i ragazzi, privati di spazi collettivi, riempiono bar e strade, esplodono società spesso costruite da logiche esterne al campo, si svuotano le tribune da famiglie, bambini, tifosi della propria città e tutto sembra perfettamente combaciare con lo status ormai irraggiungibile del Calcio milionario, quello fatto da star distanti dalla vita quotidiana.
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Salvare i giovani dell’abbandono, riprendere le redini del movimento anche senza il sostegno delle istituzioni, creare sinergie relazionali ed utilizzarle come moneta di scambio per riaccendere il fuoco della passione.
Il Victoria Cross Ortona è il virtuoso, umile esempio di ciò che dovrebbe rappresentare il Calcio calato nella sua autentica dimensione, quella appunto popolare e legata al territorio
Un legame romantico tra memoria e attualità, tra sport e storie personali, affinché dalla cultura nasca la consapevolezza di ciò che si può essere, insieme.
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STORIA DEL VICTORIA CROSS ORTONA: DALLA VALOROSA RESISTENZA ALLA NASCITA DELLA SOCIETÀ
Il nome “Victoria Cross” trae ragione dalle vicende intercorse nella Seconda Guerra Mondiale. Nel dicembre del 1943, dopo anni di feroci stragi, il capitano canadese Paul Triquet liberò Ortona dall’occupazione nazista lasciando in eredità una memoria preziosa ai cittadini ortonesi, gesto a cui fu attribuita l’onorificenza dalla Regina Vittoria.
La Victoria Cross è il momento più alto raggiunto dal capitano in onore del suo coraggio e dalla sua audacia opposta al potere, pertanto un riconoscimento che Ortona può vantare davanti al mondo, nonché la prima orgogliosa denominazione scelta dai fondatori della ASD nata nel giugno del 2015.
Il motto del club è peraltro un omaggio sincero: “la storia non si dimentica, figuriamoci quella della propria città”. Da queste basi, il Victoria Cross Ortona ha operato instancabilmente per 10 anni seguendo principi chiari come l’inclusività, la pace, la lotta alla violenza di genere, la correttezza e l’etica calcistica che si manifestano, a livello pratico, in scelte altrettanto inequivocabili e coraggiose.
Alcuni esempi che esplicitano le azioni sociali intraprese dalla società riguardano la manifestazione “contro ogni forma di violenza sulle donne”, partita organizzata insieme ai campioni della Sieco Akea Ortona e alla squadra calcistica femminile.
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Ancora, ad aprile 2020 ecco il contest “Dai un calcio al Covid19, disegna la maglia del Victoria Cross” per gli alunni delle scuole medie ed elementari, fine ultimo la realizzazione di particolari divise successivamente indossate dal team locale.
Nell’aprile del 2022 allora arriva la targa commemorativa, in occasione della ricorrenza dedicata alla Giornata Internazionale dello sport per lo sviluppo e la Pace, motivata secondo “l’impegno che la società profonde nello sport quale veicolo di inclusione e fratellanza”.
La rilevanza pubblica rispetto a certi temi risulta un cardine morale della compagine ortonese, tanto che nella Giornata Internazionale dell’antirazzismo il Dipartimento sociale FIGC ha istituito una Rappresentativa (“Abruzzo Insieme”), composta da 51 calciatori provenienti da 14 Paesi differenti, per giocare una gara speciale proprio contro il Victoria Cross.
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Infine, il 4 dicembre l’amichevole congiunta disputata a Montesilvano, contro il Pescara di Baldini: due realtà così distanti eppure così vicine, si traducono inevitabilmente nel contorno preferito dei giocatori che hanno sperimentato l’emozione di sfidare un top club della Serie C, ma anche dei tifosi ortonesi, i quali hanno beneficiato di uno spettacolo d’alto rango.
VICTORIA CROSS ORTONA, PAROLA AL POPOLO: ROMANTICISMO E COMUNITÀ PER FARE SPORT ETICO... INSIEME
Non è più domenica per tante piazze abituate a lasciarsi scivolare le emozioni, a correre per inseguire un effimero successo o i palcoscenici più importanti, nel frattempo ci si dimentica in fretta che il Calcio dovrebbe essere in prima istanza un veicolo di aggregazione, di divertimento e passione.
Oltre le nobili intenzioni a far da fertile terreno, la missione del Victoria Cross non si è esaurita qui, poiché per fare del bene occorre necessariamente investire, credere nelle persone.
Nell’arco di quasi 10 stagioni, il Presidente Giampiero Misci assieme a mister Leonelli e vari soci, hanno letteralmente raccolto dalla strada, da situazioni difficili, tanti ortonesi che avevano smesso di nutrire passione per il pallone.
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La squadra oggi in campo vanta ragazzi molto giovani di Ortona e di nazionalità diverse, divenendo un piccolo grande centro di ritrovo per coloro che hanno l’opportunità di vivere lo sport in maniera sana, impegnata, sentita.
“Siamo una realtà giovane che ha dato spazio a tutti, senza distinzioni, cercando di portare in alto i nostri valori fondamentali. I ragazzi fanno sacrifici enormi per allenarsi anche in tardo orario, spostarsi in trasferta, mettendoci serietà ed impegno.
Siamo orgogliosi riferisce in un passaggio il portavoce della società. Un clima autentico, romantico, che si percepisce nitidamente nell’allenamento serale del giovedì invernale.
Non c’è spazio per i protagonismi, per le esclusioni, solo tanto interminabile Calcio per un’ora e mezza, in mezzo ai sorrisi che escono spontaneamente nonostante il freddo. Cosa può insegnare il Victoria Cross Ortona?
Certamente una lezione inerente ai metodi e alle modalità attraverso cui generare rinnovato interesse nel Calcio, specialmente in quello fatto dal popolo del proprio territorio, dai giovani in città, dagli addetti presenti sui campi, ma anche come coniugare Sport, Valori e Memoria sotto la lente della partecipazione attiva, del confronto umano.
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Che fine ha fatto il Calcio romantico? Ebbene, una buona parte è a casa del Victoria Cross Ortona, godibile ogni fine settimana, preferibilmente sotto la pioggia, con le scarpe infangate e le ginocchia sbucciate, mentre un gruppo di ragazzi rincorre, per l’ennesima volta, il solito pallone della vita.
. Dennis Spinelli