In una giornata carica di emozioni e tensione, Aldo Rodolfo Di Nunzio, imputato per l’omicidio volontario aggravato della moglie Annamaria D’Eliseo, è tornato in aula davanti alla Corte d’Assise di Lanciano. Entrato silenzioso, con un giubbino verde, ha incrociato lo sguardo di una delle figlie ed è scoppiato in lacrime, mantenendo poi un atteggiamento composto ma attento durante le testimonianze.
Di Nunzio, ex ispettore dei Vigili del Fuoco, ha più volte gridato il proprio dolore, quel giorno di due anni fa sottolineando: “Durante la mia carriera ho salvato tante persone, ma non sono riuscito a salvare mia moglie”, hanno raccontato i testi.
La testimonianza dei sanitari e l’oscurità del garage
Tra gli otto testimoni ascoltati oggi, si è distinta l’equipe del 118, composta dalla dottoressa Ersilia Colaiocco, un infermiere, un autista e una tirocinante rimasta sull’ambulanza, consapevole della gravità della scena. Intervenuti poco dopo le 13:30 del 15 luglio 2022, hanno trovato il corpo di Annamaria disteso supino nel buio del garage. Accanto a lei c’era una scala metallica chiusa e una cordicella sotto la spalla, che il personale sanitario ha dovuto tagliare per creare lo spazio necessario alle manovre di rianimazione.
“Abbiamo lavorato al buio perché il signor Di Nunzio si è inizialmente rifiutato di accendere la luce,” ha spiegato la dottoressa Colaiocco, aggiungendo che solo dopo numerose richieste da parte dell’infermiere l’uomo ha acceso l’illuminazione. Le operazioni di soccorso, durate venti minuti, si sono rivelate purtroppo vane.
La dottoressa ha inoltre sottolineato che non c’era alcun gancio al soffitto che giustificasse la presenza di una corda tesa per un’impiccagione: “Era dietro di lei, ma chiusa”.
La PM incalza: la scala e la corda
La PM ha incalzato il vicino di casa, Domenico Mezzanello, per chiarire la posizione della scala e l’eventuale utilizzo della corda. “Non ricordo dove fosse esattamente la scala,” ha dichiarato il testimone, lasciando aperte molte domande sulla dinamica dell’accaduto. Mezzanello, accorso sul posto su richiesta di Di Nunzio, ha raccontato di averlo anche consolato: “Era buio pesto. Lui piangeva e continuava a ripetere: ‘Perché l’ha fatto?’”. E ancora: ” ultimamente li vedevo sempre insieme”
Le analisi dei fili e il dubbio sull’omicidio
Tra i testimoni, il maresciallo capo Giovanni Sepi ha illustrato i risultati delle analisi dei fili elettrici trovati accanto al corpo. Su uno di essi, piegato a forma di U, è stato rilevato esclusivamente il profilo genetico di Di Nunzio, mentre altri frammenti contenevano tracce sia della vittima che dell’imputato.
Le prossime udienze saranno cruciali
Il 13 dicembre 2024, la Corte ascolterà il medico legale Cristian D’Ovidio e il sindaco Filippo Paolini. Il confronto tra periti e nuove testimonianze sarà decisivo per chiarire i tanti dubbi che ancora avvolgono questa tragica vicenda. Ricordiamo che Di Nunzio continua a professarsi innocente.