Casoli: «La chiusura nelle ore notturne del punto di primo intervento di Casoli non è un capriccio né uno sgarbo fatto ai territori. Nasce semplicemente dalla necessità di riorganizzare le attività alla luce della scarsa disponibilità di medici dell’emergenza, che vanno prioritariamente impiegati nei pronto soccorso affollati di giorno e di notte, diversamente da quanto accade nel presidio territoriale di assistenza» spiega così il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael.
I contenuti della delibera con la quale, alla luce dei numeri e delle disposizioni del Comitato regionale emergenza-urgenza Abruzzo (Crea), è stato dato seguito al programma di riordino dei punti di primo intervento che prevedeva la trasformazione in h12 del presidio di Casoli già dal 2017.
Una decisione che non lascia sguarnito il territorio perché nelle ore notturne l’assistenza è garantita dal 118 con ambulanza medicalizzata integrata con automedica e dalla continuità assistenziale.
Il provvedimento è stato impugnato dal sindaco di Casoli, Massimo Tiberini, davanti al Tribunale amministrativo regionale, dando vita a una controversia giudiziaria che ha prodotto già una prima ordinanza, in attesa della sentenza fissata per marzo.
«Nelle conclusioni si dice che pur con la chiusura nelle 12 ore notturne del punto di primo intervento – aggiunge Schael – deve essere assicurata nella predetta fascia oraria la presenza di un medico, al di là dei servizi di guardia medica e 118.
L’azienda si è già attivata per ottemperare al provvedimento emanando un avviso per cercare, tra dipendenti e medici in convenzione, quali medicina generale e continuità assistenziale, professionisti che si rendano disponibili a prestare servizio di notte al presidio territoriale di assistenza di Casoli, da remunerare come lavoro straordinario.
È necessario, però, sottolineare che la rete dell’emergenza ridisegnata dal Crea affida direttamente al 118 come postazione territoriale i punti di primo intervento con casistica inferiore ai 6.000 passaggi annui: quello di Casoli nel 2023 ne ha registrati 5.069, mentre nei primi dieci mesi di quest’anno se ne contano 2.824.
La rimodulazione già disegnata a livello regionale si è resa, quindi, necessaria alla luce della grave carenza di specialisti dell’emergenza che affligge tutto il Paese e che in provincia di Chieti mette periodicamente a rischio l’organizzazione dei turni e la continuità dell’assistenza nei pronto soccorso, dove i professionisti servono davvero, come all’ospedale di Lanciano, a cui sono destinati i medici che non presteranno più servizio di notte a Casoli.
Questa direzione ha approcciato il tema con responsabilità, guardando alla tutela della salute collettiva di tutti i cittadini di questa provincia e facendo scelte sostenibili che non fanno torto a nessuno. Difenderemo, perciò, anche davanti al Consiglio di Stato, a cui faremo ricorso, le scelte compiute perché ispirate da logiche di organizzazione rispondenti a criteri precisi, che non mettono a repentaglio la vita dei cittadini».