Lanciano: Questa mattina, i consiglieri comunali di opposizione al Comune di Lanciano, insieme ai rappresentanti politici territoriali dei partiti e dei movimenti che costituiscono il coordinamento “Uniti per la Salute”, si sono ritrovati davanti al Tribunale di Lanciano per continuare la sensibilizzazione contro la chiusura del reparto di rianimazione decisa dalla Asl02 Lanciano/Vasto/Chieti.
L’incontro recente, tenuto nella sala consiliare dalla maggioranza di centrodestra, dal sindaco Filippo Paolini e dagli assessori, alla presenza della dirigenza della Asl02, dell’assessore regionale alla salute Nicoletta Verì e del presidente Marco Marsilio, “non ha fatto altro che confermare la chiusura del reparto di rianimazione, senza aver proposto o individuato soluzioni ulteriori per garantire la piena funzionalità al P.O. Renzetti di Lanciano.”
Le responsabilità, “gravi,” di tale decisione, che di fatto azzoppano le attività dell’Ospedale di Lanciano, sono a carico del Direttore Generale Thomas Schael, l’unico DG Asl confermato nella storia della Asl, che per tempo ha sottovalutato e non ha programmato la situazione precaria che poi ha costretto anche la chiusura del reparto UTIC, con la decisione di spostare il reparto negli appena ristrutturati locali della Rianimazione.
Le dichiarazioni del Presidente Marco Marsilio, per il quale sarebbero addirittura “troppi i posti letto previsti dalla programmazione regionale, approvata a dicembre 2023 in consiglio regionale dal centrodestra,” per la rianimazione a Lanciano, fanno il paio con l’accorpamento deciso a inizio estate da Schael, quando la rianimazione perse già 2 posti letto.
Non c’è nulla di più definitivo del temporaneo, e non può esistere un DEA di Livello con attività chirurgiche, punto nascite e stroke-unit senza un reparto di rianimazione, visto che “i due posti letto attuali possono essere considerati solo in funzione di terapia intensiva e attività post-chirurgica.” Inoltre, la minima dotazione per un reparto di rianimazione e terapia intensiva è di 4 posti letto, “e siamo dunque al di sotto degli standard nazionali previsti.”
Per questo motivo, ci ritroviamo davanti al Tribunale di Lanciano, altro luogo dimenticato dalla politica, “che non trova ancora soluzione definitiva dall’avvento del governo Meloni, che pur aveva promesso un intervento definitivo per la salvezza dei c.d. piccoli tribunali.” Quanto si sta consumando ai danni dell’Ospedale Renzetti, con l’accondiscendente rassegnazione dell’amministrazione comunale, “va ben oltre la semplice responsabilità politica.”
La Rianimazione di Lanciano è al servizio di un territorio di oltre 150.000 abitanti che si vedranno costretti a trasferirsi, per necessità, negli ospedali di Chieti e Vasto. Le decisioni attualmente assunte dalla direzione ASL espongono i cittadini frentani a un concreto rischio, poiché, in caso di urgenze, perdurando l’assenza di reali posti letto di rianimazione presso il Renzetti, “si configurerebbe la necessità di trasferimenti presso altri presidi della provincia dotati di rianimazione, con tutti i rischi connessi.”
“Vogliamo denunciare dunque l’atteggiamento di chiusura, arroganza, aggressione e quasi di occupazione della Asl02 ai presidi sanitari di Lanciano e del Sangro/Aventino,” un territorio colpito anche dalla decisione di tagliare il Punto di Pronto Intervento di Casoli.
“Torniamo a chiedere con forza soluzioni immediate per ripristinare l’ordinaria attività del reparto di Rianimazione di Lanciano.”