La decisione di chiudere il Punto di Primo Intervento (PPI) di Casoli durante le ore notturne ha scatenato una forte opposizione nella comunità locale. I cittadini della Val di Sangro, guidati dai loro sindaci, sono pronti a scendere in campo per difendere il diritto a un’assistenza sanitaria continua, garantito dalla Costituzione italiana.
In prima linea nella battaglia c’è il Sindaco di Casoli, che ha espresso una ferma condanna verso questa decisione in una diffida ufficiale inviata alle autorità competenti. Nella sua comunicazione, il sindaco sottolinea come la chiusura notturna del PPI rappresenti un grave rischio per la salute e la sicurezza di migliaia di persone, soprattutto in un territorio esteso come quello dell’Aventino, caratterizzato da aree isolate e con servizi di emergenza limitati.

La chiusura del PPI mette a rischio vite umane
“Ogni minuto conta in un’emergenza medica” afferma il sindaco nella sua lettera. “Privare la popolazione di un servizio essenziale come il PPI durante le ore notturne potrebbe costare vite umane.” La chiusura, comunicata con una nota della ASL lo scorso 9 ottobre, ha suscitato l’indignazione della popolazione, che ha già raccolto oltre 3000 firme per mantenere il servizio aperto h24.
La preoccupazione principale è che, senza il PPI, i tempi di risposta alle emergenze si allungherebbero notevolmente, con conseguenze potenzialmente tragiche. Le comunità locali, tra cui Casoli, Altino, Gessopalena, Torricella e Civitella, fanno affidamento su questo presidio sanitario, considerato un vero e proprio baluardo di sicurezza per tutti.
Dubbi sulla sicurezza del nuovo piano sanitario
La protesta non riguarda solo l’interruzione del servizio notturno, ma anche le preoccupazioni sollevate dagli stessi operatori sanitari. I medici di continuità assistenziale, che dovrebbero sostituire il PPI, non hanno le competenze per affrontare situazioni di emergenza critica. Il rischio, evidenziato dal sindaco, è che i pazienti possano trovarsi senza l’assistenza adeguata nei momenti più delicati, aggravato dal fatto che le ambulanze del 118 potrebbero essere impegnate altrove.
“La salute non può essere soggetta a tagli,” continua il sindaco. “Pensare di risparmiare riducendo i servizi potrebbe alla fine costare di più, a causa del maggiore carico sul sistema del 118 e del rischio di situazioni legali legate a errori o ritardi nell’assistenza.”
Una richiesta di trasparenza e un appello al buon senso
Il sindaco di Casoli ha chiesto un chiarimento pubblico al Direttore Generale della ASL, all’Assessore alla Salute e al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, affinché spieghino ai cittadini le ragioni di questa scelta e come intendono garantire la loro sicurezza. L’appello del sindaco è chiaro: il PPI deve rimanere aperto durante la notte per tutelare la salute dei cittadini.
La mobilitazione della comunità è ormai una realtà. I sindaci dei comuni della Val di Sangro e i cittadini dell’Aventino sono pronti a difendere il diritto alla salute e a impedire che una decisione del genere possa compromettere la vita delle persone. “Non possiamo aspettare una tragedia per reagire,” conclude il sindaco. “La nostra richiesta è semplice: mantenete il Punto di Primo Intervento aperto, per la sicurezza di tutti.”
In attesa di una risposta dalle autorità regionali e sanitarie, la battaglia per la difesa del PPI di Casoli è solo all’inizio, con sindaci e cittadini pronti a lottare per un diritto che considerano fondamentale: il diritto alla salute.