Lanciano si trova di fronte a una grave emergenza sanitaria, con la chiusura del reparto di rianimazione dell’Ospedale “F. Renzetti”, un fatto che ha provocato un’ondata di preoccupazione tra i cittadini e le istituzioni locali.
Il problema, che coinvolge un bacino d’utenza di circa 150.000 persone, ha spinto i consiglieri di opposizione del Comune di Lanciano a presentare una mozione urgente per chiedere la riapertura immediata del reparto.
La chiusura, definita temporanea, è stata formalizzata con una disposizione dell’ASL nel mese di agosto 2024, che ha trasferito la maggior parte dei posti letto di rianimazione all’ospedale di Chieti, lasciando solo due posti riservati al post-operatorio nel blocco operatorio del pronto soccorso di Lanciano.
Questa decisione, secondo i firmatari della mozione, rischia di compromettere gravemente l’efficienza delle operazioni di emergenza-urgenza nel territorio, già provato da altri tagli alla sanità locale.
“La chiusura della Rianimazione crea serie difficoltà nel garantire l’emergenza-urgenza, aggravando le problematiche già presenti nel nostro sistema sanitario”, dichiarano i consiglieri Leo Marongiu, Rita Aruffo, Dora Bendotti, Davide Caporale, Piero Cotellessa, Sergio Furia, Lorenzo Galati, Marusca Miscia e Giacinto Verna, autori della mozione. Gli esponenti dell’opposizione evidenziano come non esistano tempistiche certe per la riapertura del reparto, considerando che i lavori previsti all’Unità di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC), dove dovrebbero essere collocati i posti di rianimazione, potrebbero durare mesi o addirittura anni.
L’ospedale di Lanciano, classificato come Dea di I Livello, è un presidio ospedaliero cruciale per l’area frentana e Sangro/Aventino, e secondo il Decreto Ministeriale 70/2015 e la Legge Regionale 60/2023, dovrebbe garantire la presenza di un reparto di rianimazione pienamente operativo, dotato di almeno sei posti letto.
La chiusura temporanea del reparto mette a rischio non solo le operazioni chirurgiche, che dipendono strettamente dalla presenza di un reparto rianimazione, ma anche altre strutture vitali, come il punto nascita e la stroke-unit neurologica.
I pazienti che necessitano di interventi di rianimazione devono essere trasferiti negli ospedali di Chieti o Vasto, con un conseguente allungamento dei tempi di intervento, una situazione che gli oppositori giudicano insostenibile per le aree interne più isolate.
Secondo i consiglieri, la scelta del Direttore Generale Schael rappresenta un passo verso una progressiva riduzione delle capacità operative dell’ospedale. “Schael ha deciso di svilire le funzioni chirurgiche e di chiudere a breve il punto nascite di Lanciano o la stroke-unit neurologica?” si domandano preoccupati. Questa decisione, definita una vera e propria “eliminazione temporanea” del reparto, non ha precedenti nella storia dell’ospedale. Infatti, dall’apertura del reparto di rianimazione negli anni ’90, nessuno aveva mai osato superare questa “linea rossa”.
Oltre alla richiesta di riaprire immediatamente il reparto di rianimazione, la mozione impegna il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, a intervenire energicamente contro questo provvedimento, anche attraverso azioni legali. “È necessario che l’Amministrazione comunale metta in campo ogni azione, anche di carattere legale, per bloccare questo provvedimento”, hanno dichiarato i consiglieri, sottolineando che la legge regionale sulla rete ospedaliera e l’atto gestionale dell’ASL non permettono al Direttore Generale Schael di chiudere il reparto.
Preoccupazioni analoghe sono state espresse dall’Ordine dei Medici della Provincia di Chieti, che ha sollevato dubbi “sulla scelta di sacrificare un reparto così centrale come quello della Rianimazione”. Il rischio è che la chiusura del reparto possa configurarsi come una vera e propria “interruzione di pubblico servizio”, data l’interdipendenza di numerosi altri reparti con le attività di rianimazione.
La mancanza di farmaci e reagenti
Il caso dell’Ospedale di Lanciano non si limita alla chiusura del reparto di rianimazione. Le cronache recenti hanno riportato altri gravi problemi che affliggono la struttura, tra cui la mancanza di farmaci, protesi e reagenti per il laboratorio di analisi. Questo, unito alla chiusura del reparto di rianimazione, dipinge un quadro preoccupante per la sanità locale, spingendo i consiglieri comunali a chiedere se il sindaco e la maggioranza siano “consapevoli di cosa sta accadendo” o se si limitino a “fare conferenze stampa per annunciare cambi di casacca”.
La chiusura della rianimazione potrebbe essere il primo passo verso una trasformazione più profonda dell’ospedale “F. Renzetti”, temono i consiglieri. “E’ questo il primo passo per la trasformazione del P.O. di Lanciano in un cronicario?”, si chiedono. Le loro preoccupazioni sono condivise da molti cittadini, che vedono l’ospedale sempre più depotenziato e incapace di fornire l’assistenza sanitaria di cui il territorio ha disperatamente bisogno.
Il futuro dell’ospedale “F. Renzetti” e del sistema sanitario di Lanciano rimane incerto, ma l’opposizione continua a fare pressione affinché il reparto di rianimazione venga riaperto, e affinché la sanità locale venga rafforzata, invece che smantellata.