Si è tenuto a Lanciano un lungo e acceso consiglio comunale straordinario sulla crisi idrica, alla presenza dei vertici della SASI, la società che gestisce il servizio idrico di 87 comuni abruzzesi. L’incontro, voluto da maggioranza e opposizione, ha visto il presidente della SASI Gianfranco Basterebbe, il direttore dell’area tecnica Pio D’Ippolito, il membro del CdA Corrado Varrati, l’architetto Giuseppe Fiorillo e altri dirigenti rispondere a domande e accuse. L’obiettivo era fare chiarezza sulle azioni intraprese per fronteggiare l’emergenza idrica.
Gli interventi dei vertici SASI
Durante la seduta, Basterebbe ha sottolineato la gravità della situazione, causata da una riduzione della portata della sorgente Del Verde di circa 300 litri al secondo e dalle conseguenze della siccità, che ha messo in crisi particolarmente i centri del medio e alto vastese, dove alcuni comuni hanno solo 4-5 ore d’acqua al giorno. Per garantire una distribuzione più equa, SASI ha avviato una turnazione differente, cercando di bilanciare le esigenze di tutti i comuni, incluse le città costiere, pur con qualche sacrificio maggiore per le aree più in difficoltà.
Sono stati stanziati circa 10 milioni di euro dalla Regione Abruzzo per interventi urgenti, tra cui la sostituzione delle reti idriche ammalorate in dieci comuni in sofferenza, e, su richiesta della SASI, sono state incluse anche le contrade di Lanciano che da tempo soffrono gravi disagi.
Uno dei temi più discussi è stato quello della dispersione idrica, con il consigliere di maggioranza Gabriele di Bucchianico (Fratelli d’Italia) che ha evidenziato il dato allarmante del 71% di perdite. Il direttore tecnico Pio D’Ippolito ha precisato che la perdita effettiva è del 64%, una cifra comunque significativa. Ha spiegato che la SASI ha rifiutato un progetto unico da 50 milioni di euro proposto dalla Regione, preferendo suddividere i finanziamenti in più progetti, arrivando così a ottenere 15 milioni, la somma più alta rispetto agli altri gestori. Il progetto per la ricerca delle perdite idriche è quello più avanzato: sono già in corso interventi in vari comuni, tra cui Lanciano, dove è stata realizzata una mappa precisa delle reti idriche grazie all’utilizzo di tecnologie satellitari e indagini sul campo.
Le richieste della cittadinanza e il confronto politico
Il consiglio ha sollecitato un miglioramento nella comunicazione con i cittadini, spesso lasciati senza preavviso riguardo alle chiusure idriche programmate, e ha criticato la lentezza con cui arrivano le autobotti nelle zone più colpite, dopo numerose sollecitazioni. Il presidente Basterebbe ha ammesso le difficoltà operative e ha ribadito l’impegno della SASI a fare di più, spiegando che la soluzione definitiva alla crisi idrica arriverà anche dalle precipitazioni nevose e dagli interventi strutturali finanziati con fondi governativi e regionali. Basterebbe ha chiuso il suo intervento dichiarando: “Abbiamo ereditato un ferro vecchio”, riferendosi alle condizioni delle infrastrutture idriche, frase che ha suscitato reazioni dal pubblico.
Tra gli interventi più duri, quello di Gabriele Di Bucchianico (FdI), capogruppo di Fratelli d’Italia, che non ha chiesto le dimissioni di Basterebbe, ma ha ribadito la volontà di capire qual’è il problema: “non è possibile che su 100 litri d’acqua ne arrivano nelle nostre case una trentina!” ha tuonato.
Il consigliere Michele La Scala, ora gruppo misto ha invece incalzato il presidente Sasi richiedendone le dimissioni, Paola Memmo (Lega), pur critica nei confronti della gestione SASI, ha successivamente precisato in un comunicato stampa di non aver chiesto le dimissioni del presidente. Rita Aruffo (Europa Verde) ha parlato della necessità di un cambio di passo nella gestione della risorsa idrica, mentre il neo-consigliere Carlo Ciccocioppo (Alleanza per Paolini) ha chiesto di visionare le carte relative agli interventi in corso. Anche Gianluca D’Intino ha sottolineato l’importanza di trasparenza nella gestione.
Il dibattito sul futuro della gestione idrica
Il sindaco di Lanciano, intervenuto alla fine della seduta, ha fatto riferimento alla relazione conclusiva della commissione di inchiesta regionale 2023, presieduta da Sara Marcozzi, che indicava problemi ancora irrisolti nel sistema idrico abruzzese. Il primo cittadino ha sollevato l’ipotesi di un gestore unico regionale come soluzione, ma il presidente Basterebbe ha espresso dubbi su questa prospettiva, paventando il rischio di un’acquisizione da parte di grandi gruppi privati, come Acea, se non si interviene in modo serio entro il 2027, anno di scadenza delle concessioni.
Il documento finale del consiglio
Alla fine della seduta, è stato redatto un documento congiunto firmato da maggioranza e opposizione, con la sola astensione del consigliere di minoranza Piero Cotellessa, che impegna il Comune a:
- Salvaguardare le risorse idriche e favorire l’accesso all’acqua per tutti, come diritto inalienabile;
- Sollecitare la SASI a migliorare la qualità del servizio e rispettare gli orari di interruzione dell’acqua;
- Promuovere iniziative concrete per la difesa dell’acqua come bene comune e diritto umano;
- Chiedere alla SASI di ammodernare le infrastrutture fognarie e realizzarne di nuove, dove necessario, soprattutto nelle contrade;
- Continuare il dialogo costante tra la Commissione Consiliare e il management della SASI per monitorare l’evoluzione della crisi idrica, in vista del Giubileo del 2025, anno cruciale per la città di Lanciano, sede del Miracolo Eucaristico.
Nonostante gli impegni presi e le spiegazioni fornite dai vertici della SASI, molti cittadini presenti al consiglio non si sono sentiti rassicurati, segno che la strada per una gestione ottimale e stabile dell’acqua nel territorio è ancora lunga.