Un grido d’allarme comune ed un secco “no” alla mattanza dei cervi in Abruzzo: l’associazione Guide e Accompagnatori di Media Montagna, Abruzzo, Coop il Bosso Tour Operator, Coop L’Istrice Coop Terre Coste, Ecotur Tour Operator, Gruppo Coop RICA (L’Arca, Alisei, Cogecstre, Gallero, Samara), Woltour Tour Operator, hanno pubblicato un comunicato per far sentire la voce sulla questione che riguarda la conservazione di questi animali.
“L’Abruzzo, conosciuto come la ‘Regione Verde d’Europa’ – si legge nella nota – è celebrato per la sua straordinaria biodiversità e la bellezza delle sue aree interne, grazie anche all’ampia estensione di aree naturali protette che coprono un terzo del territorio. Tuttavia, una recente decisione minaccia questo fragile equilibrio. La nostra regione rappresenta un esempio unico di conservazione della natura, fungendo da rifugio per molte specie minacciate come l’orso bruno marsicano, il lupo appenninico, il camoscio d’Abruzzo e il cervo.
Queste specie, insieme a numerosi uccelli, rettili, anfibi e insetti, rendono la regione un santuario per la fauna selvatica. Il successo dell’Abruzzo come “Regione Verde” è frutto di un impegno collettivo delle istituzioni locali, delle organizzazioni ambientaliste e delle comunità, volto a proteggere e valorizzare il patrimonio naturale della regione. La gestione attenta delle risorse e la promozione di un turismo sostenibile sono strumenti fondamentali per la conservazione dell’ambiente.

Il turismo sostenibile in Abruzzo ha dimostrato che è possibile coniugare sviluppo economico e protezione ambientale. Le strutture ricettive, spesso a conduzione familiare e situate in borghi storici, promuovono un turismo responsabile che rispetta l’ambiente e sostiene le comunità locali. Questo modello di sviluppo si scontra, tuttavia, con la decisione delle autorità regionali di autorizzare l’abbattimento di 469 cervi a partire dall’autunno 2024, una scelta che ha suscitato proteste da parte di operatori turistici, ambientalisti e residenti.
Il provvedimento – affermano ancora le associazioni – rischia di compromettere l’immagine della regione, proprio ora che il turismo naturalistico sta guadagnando terreno e attirando visitatori da tutto il mondo, attratti dalla possibilità di osservare da vicino la fauna locale. La caccia ai cervi non solo contrasta con i principi del turismo sostenibile, ma potrebbe anche avere un impatto negativo sull’economia locale, che si basa sulla valorizzazione della biodiversità e delle bellezze naturali”.
L’Abruzzo non può continuare a presentarsi come la Regione Verde d’Europa se, al tempo stesso, promuove misure contrarie allo sviluppo sostenibile. L’appello è quello di avviare un dialogo costruttivo che coinvolga tutti gli attori interessati, dalle istituzioni alle comunità locali, dagli operatori turistici alle organizzazioni non governative. È urgente trovare soluzioni alternative che permettano di conciliare la necessità di proteggere le coltivazioni con la conservazione della fauna selvatica”.