“Un atto di disprezzo della vita e di violenza che non può essere accettato dalla nostra società, un atto di per sé ingiustificabile” L’ A.T.S. “Unite si può”, costituita dai centri antiviolenza di Ortona, “Non Sei Sola” e “Donn.è”, prende una posizione forte sulla morte di Lorena Paolini, uccisa a 53 nella sua abitazione di contrada Casone nella mattinata di domenica 18 agosto e chiede giustizia. Una vicenda che non può essere messa a tacere.
L’ A.T.S. “Unite si può si stringe al dolore della comunità per la perdita della cara Lorena Paolini, in quanto Donna uccisa per ragioni e per mano di persona ancora da chiarire ma che indica un atto di disprezzo della vita e di violenza che non può essere accettato dalla nostra società e a cui ciascuno di noi cerca di trovare una giustificazione per un atto di per sé ingiustificabile- sottolineano i centri in una nota.
In attesa di quanto le indagini potranno chiarire non siamo indifferenti di fronte all’ennesimo atto di violenza perpetrato nei confronti di una donna, ricordando a tutti noi come la violenza nel suo complesso e la violenza sulle donne è considerata una violazione dei diritti umani in cui quello che accade a livello interpersonale ha un significato che va al di là della persona che le subisce.
Nel rispetto della loro mission e dei principi dettati dalla Convenzione di Istanbul, i centri antiviolenza ortonesi chiedono sia fatta giustizia per la morte della loro concittadina affinché sia restituita alla vittima quella dignità negata per una morte violenta. L’uccisione di Lorena deve toccare le coscienze di tutta la comunità nel suo complesso, non può essere messa a tacere e deve urlare giustizia.