“Finalmente giunge al capolinea – si legge in una nota della Rsu Usb Asl2 Abruzzo Lanciano-Vasto-Chieti la vicenda giudiziaria iniziata nel 2021, in cui hanno fortemente creduto gli operatori sanitari iscritti all’Unione Sindacale di Base. Si tratta di un’altra importante vittoria della nostra organizzazione sindacale, impegnata in una battaglia legale significativa riguardante la questione del tempo di vestizione degli operatori sanitari. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di lotte sindacali per il riconoscimento del tempo impiegato dai lavoratori per vestirsi e svestirsi come parte integrante del loro orario di lavoro e quindi come tempo retribuito.
Usb ha sostenuto per anni (anche con altre vittoriose azioni legali) che il tempo necessario per indossare le divise e i dispositivi di protezione individuale (DPI) è un obbligo legato all’esecuzione delle mansioni lavorative e a ragioni di igiene e sicurezza sul lavoro e, pertanto, deve essere riconosciuto come parte dell’orario di lavoro. Riconoscere il tempo di vestizione come orario di lavoro significa non solo un aumento della retribuzione per i lavoratori sanitari, ma anche un rispetto maggiore per il loro tempo e le loro condizioni lavorative, soprattutto in un periodo di forte pressione sul sistema sanitario.
La battaglia legale della Usb ha portato a una sentenza definitiva favorevole che riconosce questo diritto, risultato che avvantaggia tutti gli operatori sanitari dell’azienda e rafforza la posizione di USB come sindacato impegnato nella tutela dei diritti dei lavoratori del settore sanitario.
Il Tribunale della Corte di Appello dell’Aquila, Sezione Lavoro, presieduta dal dott. Fabrizio Riga, con sentenza n. 456/2023 ha condannato definitivamente la ASL2 Abruzzo ed ha riconosciuto ai circa 50 ricorrenti, il diritto ad essere retribuiti per i tempi di vestizione, svestizione e passaggio di consegne per un totale di 10-15 min a seconda della mansione, per ogni singolo turno dal 01/01/2016 al 31/12/2018 per un totale di circa 1300 euro a testa, già corrisposti con il cedolino di agosto.
Il procedimento instaurato davanti al tribunale del lavoro di Chieti nel 2021 per il tramite del legale dott. Enrico Raimondi, dopo la sconfitta in primo grado, ha trovato il giusto riconoscimento nel secondo grado di giudizio. I lavoratori e USB hanno dimostrato che non bisogna fermarsi al primo ostacolo, ma bisogna lottare con caparbietà fino a vedersi riconosciuti i diritti a lungo calpestati”.