Aperto ufficialmente il contenzioso tra WWF insieme alle associazioni e Regione Abruzzo sulla delibera relativa all’abbattimento di 500 cervi, il cui piano d’azione avverrà in due aree dell’Aquilano, fuori dalle aree protette e della zona di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, effettuato esclusivamente da cacciatori abilitati.
Il vicepresidente della giunta regionale con delega all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Emanuele Imprudente aveva elaborato così i fatti:
“Negli ultimi anni i danni causati dai cervi hanno superato in molte zone interne i danni alle colture causate dai cinghiali. Addirittura dai dati sul monitoraggio delle popolazioni dei cervidi in Abruzzo, emerge la presenza di un numero di capi più del doppio rispetto a quello del 2018 in termini assoluti, costringendo operatori del settore e associazioni agricole a chiedere sempre più insistentemente alla Regione Abruzzo una presa di posizione chiara per contrastare il problema”.
Una decisione destinata a far discutere ancora a lungo, ma nel frattempo WWF Abruzzo ha già aperto la petizione, con oltre 22.000 firme, per fermare il provvedimento della giunta Marsilio.
Questa la nota testuale della petizione:
Con una delibera di Giunta dell’8 agosto 2024, la Regione Abruzzo ha approvato l’abbattimento di circa 500 cervi che sarà effettuato da cacciatori abilitati e avverrà in due aree dell’Abruzzo aquilano. Una decisione che lascia davvero attoniti, sia sul piano naturalistico che su quello emotivo: per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali presidente e vice-presidente della Regione Abruzzo manifestano una sempre maggiore sudditanza, si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni.
In Abruzzo alcuni paesi hanno costruito sulla presenza dei cervi la propria immagine identitaria e ne hanno fatto un motivo di promozione turistica. Per tutti i cittadini e i visitatori del territorio abruzzese questi animali rappresentano un patrimonio della nostra terra e sono il simbolo stesso della natura che regna in questi luoghi e che rende la nostra regione conosciuta e apprezzata ovunque: non sono bersagli per i cacciatori! I cervi hanno il diritto di poter continuare a vivere tranquilli e tutelati sulle nostre montagne.
Chiediamo alla Regione Abruzzo di revocare la delibera, di abbandonare l’idea del prelievo selettivo al Cervo e di aprire un tavolo di confronto che porti a valutare e intraprendere altre soluzioni per limitare i danni all’agricoltura e il rischio da impatto con autoveicoli.
- Dennis Spinelli