CHIETI- Emergenza idrica: il sindaco Diego Ferrara chiede autobotti all’occorrenza sia a Chieti centro storico che a Chieti Scalo, interventi risolutivi e avvisi di riduzione e sospensione idrica tempestivi. L’amministrazione ha chiesto una conferenza con l’Aca per dare ai cittadini tutte le informazioni tecniche e progettuali che la società possiede sul problema emergenza idrica.
“L’ammaloramento della nostra rete idrica, superata e vetusta, inadeguata ai successivi inurbamenti della città, insieme alla conformazione del territorio sono delle risposte che sappiamo, ciò che mi preme da sindaco- spiega Ferrara- è capire come si possano alleviare i disagi per i cittadini che si ritrovano senz’acqua nel momento di maggiore calura, o all’improvviso, cosa che per soggetti fragili, malati, famiglie con bambini e anche attività, non è pensabile.
A tal fine chiederemo per l’emergenza tre autobotti e, affinché l’acqua non sia sprecata, prepareremo un’ordinanza per un uso consapevole della risorsa potabile, come stanno facendo anche altri Comuni, chiedendo ad Aca tempi rapidi sugli interventi strutturali previsti con fondi PNRR sull’ammodernamento della rete idrica e da ultimare nel 2026”.
La presidente Aca Giovanna Brandelli dal canto suo spiega:
“I problemi sono diversi, quello più rilevante è la carenza idrica: il dato di venerdì scorso su Chieti era di 400 litri in meno al secondo, la portata media è di 3.400 litri/secondo, la disponibilità era meno di 3.000 litri al secondo, per un’esigenza da bollino rosso che andava oltre i 4.000. La congiuntura è particolare perché la risorsa al momento è il 40% rispetto allo standard, stiamo replicando, se non peggiorando, le condizioni di lavoro del 2021”.
Aca ha delle soluzioni come la digitalizzazione delle reti e il rifacimento dell’adduttrice Giardino, proprio per Chieti, che sono progetti finanziati che porteranno, però, frutto nel 2025/26. Ci sono inoltre soluzioni operative ovvero quelle del piano di gestione dell’emergenza idrica, che Aca ha presentato alla Regione a marzo e che si traducono con le turnazioni sui serbatoi.
“Questo accade- spiega Aca- perché ci rendiamo conto che la velocità di uscita dal serbatoio è maggiore di quella di ricarica a causa del super utilizzo e necessariamente dobbiamo interrompere i consumi per far recuperare ai serbatoi il giusto livello di capacità, il giusto livello di pressione per alimentare poi la rete intera”.
Un calendario delle chiusure che non rema contro Chieti, è stato precisato.
“L’acqua è poca per tutti: il sistema di Chieti, però, è molto diverso dagli altri comuni, perché è fatto di serbatoi posti a diverse altezze che alimentano varie zone e influenzano tutta la rete. Ad esempio allo Scalo abbiamo cambiato la zona servita e va molto meglio. Vero è che consumiamo più del doppio dell’acqua degli altri, ma la potabile deve essere utilizzata strettamente per gli usi civici per evitare ulteriori sprechi, oltre a quelli della rete che perde una media del 40 per cento di acqua a Chieti.
Da marzo alla Regione abbiamo chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza idrica in base ai dati di ricarica delle sorgenti. A metà giugno la Regione ci ha rilasciato la possibilità di attingere al Pozzo di viale della Repubblica, a monte della discarica di Bussi, aiuta ma non basta, per situazioni a lungo raggio c’è bisogno di soldi e tempo per realizzare”.