La costa dei Trabocchi, una gemma dell’Abruzzo, sta affrontando una crisi delle presenze turistiche estive. Ma di chi è la colpa? È davvero solo una questione di politica e permessi revocati all’inizio della stagione, o stiamo pagando il prezzo di una visione di alcuni miope del concetto di turismo?
Dopo il boom della Via Verde dei Trabocchi e l’incredibile vetrina offerta dal Giro d’Italia, con la tappa di partenza dell’anno scorso, ci si aspettava una maggiore affluenza di turisti. Tuttavia, cosa è stato fatto per accogliere questi visitatori?
Molti lamentano con grande tristezza che le nostre spiagge non sono pensate per le famiglie. Andare a cena in quattro, prendere un lettino e un ombrellone, o semplicemente gustarsi una pizza o un aperitivo è diventato un lusso per pochi. I prezzi alle stelle scoraggiano le famiglie, mentre i servizi offerti non sono all’altezza delle aspettative. Si è creata una situazione paradossale dove una vacanza in Salento o in Sardegna può risultare più conveniente.
Già l’anno scorso avevamo denunciato questa situazione: prezzi esorbitanti e, in molti casi, pochi servizi. Un esempio emblematico è lo “Champagnino”, una bevanda venduta a 10 euro al litro nonostante la sua composizione discutibile. E che dire di un semplice pezzo di pizza, che può costare fino a 4 euro? Se il servizio fosse adeguato e il personale sempre cortese, forse i turisti sarebbero disposti a spendere di più. Ma il modello romagnolo, con la sua famosa ospitalità, rimane spesse volte una chimera per noi.
Inoltre, in molti posti mancano i POS per il pagamento elettronico, un servizio ormai essenziale per i turisti moderni. Anche l’accoglienza in spiaggia per le persone diversamente abili tarda a diventare una normalità, limitando ulteriormente l’accessibilità e l’attrattività delle nostre coste.
La tendenza a “spennare” il turista di passaggio ha portato a conseguenze disastrose. Chiedere 3.000 euro a settimana per un appartamento con vista mare è stato un passo lungimirante? Apparentemente no, visto che sul lungomare si scorgono ancora molti cartelli di “affittasi”.
Va detto, però, che non tutti si improvvisano. Ci sono molti professionisti nel settore turistico che lavorano con dedizione e competenza per offrire un’esperienza di qualità ai visitatori. Tuttavia, gli sforzi di pochi non possono compensare le carenze strutturali e organizzative di un intero territorio.
Allora, che fare? Basta scoprire quanto sono belle le nostre coste per definirci una terra votata al turismo? A considerare i fatti, la risposta è no. La natura ci ha fatto un grande regalo, ora sta a noi saperlo sfruttare nel rispetto di tutti in maniera equa.
Dobbiamo riflettere su una strategia turistica più inclusiva e sostenibile, che miri non solo ad attrarre ma anche a fidelizzare i visitatori. Serve una politica dei prezzi più equilibrata, servizi di qualità diffusa, e un’accoglienza degna di una terra che vuole davvero essere una meta turistica di eccellenza. Solo così potremo sperare di vedere le nostre coste dei Trabocchi rinascere e prosperare.
Per un’analisi approfondita sui problemi dei prezzi e dei servizi sulla costa dei Trabocchi, leggi il nostro articolo dello scorso anno: Caro prezzi sulla costa dei Trabocchi: la promozione del Giro d’Italia, se continuiamo così, ci farà più male che bene.