La tragicità della guerra con i suoi simboli, significati ed iconografie ha ispirato da sempre gli artisti spingendoli a chiedersi, attraverso le loro creazioni, perchè un gesto così disastroso si ripeta, praticamente senza sosta, fin dagli albori della civiltà. E’ la “Banalità del Male” per dirla con il titolo del libro scritto da Hannah Arendt e con cui l’autrice, ebrea tedesca di nascita, ma statunitense di adozione, descriveva l’ondata di violenza antisemita scatenata dal Nazismo.
La storia dell’arte è piena di opere divenute poi autentici capolavori: basti pensare alla “Guernica” di Picasso, alla “Libertà che guida il popolo” di Delacroix, al “Volto della Guerra” di Dalì o al “3 Maggio 1808” di Francisco Goya.
Sulla scia dei grandi del passato anche il maestro frentano Paolo Spoltore, personalità prolifica e sempre sensibile alle grandi tragedie dell’umanità ha realizzato una serie di circa venti opere che da ieri e fino al 4 luglio prossimo, saranno visibili tra le arcate storiche dell’Auditorium Diocleziano di Lanciano. “Spirale di guerra tra Kiev e Gaza: guerra perchè” è il nome di questo percorso espositivo presentato ieri pomeriggio con la partecipazione del maestro Spoltore, del critico d’arte Giuseppe Bacci, della giornalista Maria Rosaria La Morgia e della docente Elena La Morgia.
Il ciclo artistico di Paolo Spoltore, realizzato in un ristretto ma ispirato arco di tempo che va dal novembre 2023 allo scorso aprile, è sì un manifesto di denuncia di tutte le atrocità della guerra, ma è al tempo stesso, anche una speranza di cambiamento con un auspicio ed una speranza di pace a cui l’uomo, pur nella sua crudeltà e brutalità, non può che aspirare.
Tra spirali, missili, droni volti sofferenti ed esodi che sono i simboli della società bellicosa nella quale viviamo, l’artista offre con le sue opere una critica, offrendo al visitatore un’occasione di riflessione elevando la sua funzione di denuncia sociale e di veicolo dei valori più alti e spirituali dell’arte stessa.
. Simone Cortese