Lo stop con relativa cassa integrazione annunciata da Stellantis Atessa dal 24 giugno al 7 luglio prossimo preoccupa i sindacati. “L’azienda ha comunicato che, durante la cassa, la produzione scenderà da 1.260 furgoni al giorno dell’anno scorso, a 870 – sottolinea il segretario generale della Fiom Cgil Chieti, Alfredo Fegatelli – inoltre essa coinvolgerà 570 operai e 30 impiegati, a differenza delle precedenti settimane, in cui erano coinvolti 380 operai e 20 impiegati. Inoltre – commenta Fegatelli – per quanto riguarda i furgoni a passo corto, sarebbe opportuno verificare se lo stesso calo di mercato interessa anche la produzione dello Scudo, realizzato in Francia sempre a marchio Fiat, che per capacità di carico è simile al nostro Ducato a passo corto”.
Sarebbe inoltre importante comprendere – ha sottolineato ancora l’esponente di Fiom -, dove si registra un forte aumento dei volumi con significativi investimenti da parte di alcune aziende del nostro indotto, e in Polonia, dove la produzione è quasi esclusivamente di furgoni a passo lungo. Un ulteriore aspetto da considerare è l’impatto dei contenziosi con alcuni fornitori.
Come Fiom, siamo preoccupati perché, sebbene possa esserci un calo di mercato speriamo temporaneo, riteniamo che vi sia anche una strategia commerciale e industriale che sta penalizzando lo stabilimento di Atessa. La nostra preoccupazione non riguarda il disinteresse verso il sito di Atessa, ma la concorrenza interna tra gli stabilimenti Stellantis. In Polonia, infatti, concorriamo con i maxi-furgoni, mentre per i piccoli furgoni concorriamo con la Francia. La Polonia, a differenza di Atessa, che attuerà la cassa integrazione, sta preparando l’implementazione delle turnazioni.
Non possiamo – conclude Fegatelli – accontentarci di semplici complimenti o ipotetiche rassicurazioni sul futuro della ex Sevel. Abbiamo bisogno di un reale piano industriale, corredato di adeguati finanziamenti, che ci consenta di competere nel mercato con nuove tecnologie, come avvenuto in passato”.
. Simone Cortese