Sono passati poco più di 10 giorni dall’attacco hacker che ha bloccato il sistema informatico della Asl 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila.
Come vi abbiamo già raccontato in un precedente articolo, numerosi gruppi politici hanno chiesto, anche in più occasioni, dei chiarimenti e delle risposte su come sarà gestita l’organizzazione dei nosocomi da ora in poi in primis al Presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, ma anche all’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, al sindaco dell’Aquila, nonché Presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl della provincia, Pierluigi Biondi, e, non per ultimi, al manager della Asl 1, Ferdinando Romano, e al direttore del Dipartimento Sanità della regione, Claudio D’Amario.
Tuttavia, “dobbiamo constatare che i vertici della Asl e i responsabili politici del disastro non hanno inteso rispondere: anzi, si sono trincerati in un inqualificabile silenzio, preferendo le passerelle lungo le strade del Giro d’Italia alla trasparenza nei confronti di cittadini inermi che vedono messi a rischio i diritti fondamentali alla salute, col blocco delle prestazioni, e alla privacy, se è vero che criminali hanno tra le mani i nostri dati sensibili”. Con queste parole gli esponenti del Partito Democratico della Provincia dell’Aquila tornano a chiedere trasparenza, lanciando anche una nuova campagna social: ‘Troppo grave per tacere’.
Nei giorni scorsi infatti, si sono susseguite in particolare su Facebook, foto dei dem con cartelli in cui invitano Marsilio e Biondi a rompere il silenzio.
Solo per citare qualche nome: dal consigliere regionale Pierpaolo Pierucci, ai consiglieri comunali Stefania Pezzopane, Stefano Albano e Stefano Palumbo, alla segretaria del Pd dell’Aquila Emanuela Di Giovambattista, al coordinatore della Costituente L’Aquila Domani Nello Avellani. E la protesta passa anche per i giovani con il segretario dei Giovani democratici Paolo Antonelli.

I dem incalzano con le domande: “E’ vero o non è vero che il Ced della Asl della provincia dell’Aquila, che dovrebbe occuparsi di cyber sicurezza, può contare su due unità di personale a fronte delle 28 che, per fare un esempio, sono impiegate dalla Asl di Teramo? E’ presente in azienda un responsabile del Ced, responsabile della elaborazione dei dati, ed è stato messo nelle condizioni di lavorare con strumenti idonei? A noi risulta che il direttore della sicurezza si sia dimesso poco tempo dopo l’affidamento dell’incarico non avendo ottenuto risorse finanziarie e di personale. E’ vero o non è vero che il contratto di supervisione, gestione e controllo con una società esterna che si occupava di dati sensibili non è stato rinnovato a fine 2022 per i tagli trasversali imposti dal manager Romano?”
Ma i punti di cui parlare sono molti, e dunque gli esponenti del PD annunciano una nuova conferenza stampa, mercoledì prossimo, per chiedere, di nuovo, risposte alle loro domande.
E riguardo le richieste, soprattutto da parte di Azione, di dimissioni al manager della Asl Romano affermano: “Non chiediamo dimissioni, ce le aspettiamo”.
- Beatrice Tomassi