Il “Perdono” è l’indulgenza che la Chiesa concede ai fedeli in alcune predeterminate condizioni o situazioni. Il Perdono quindi è un lasso di tempo di penitenza nel rapporto che il fedele ha con Dio e questo privilegio è legato ad Ortona per la data del 6 Settembre 1258, giorno in cui le galee, unite precedentemente alla flotta che il principe di Taranto (Manfredi) aveva allestito per appoggiare i veneziani nella lotta contro i genovesi, tornavano nel porto ortonese.
Approdato, il pio ortonese Leone (il condottiero di tali galee) consegnava all’abate Jacopo i resti mortali dell’apostolo Tommaso e la pietra tombale che aveva precedentemente sottratto nell’isola di Scio durante un saccheggio.
Papa Bonifacio IX concesse la medesima opportunità che diede Celestino V (indulgenza) a chi attraversava il portone della Chiesa di Collemaggio il giorno della festività preposta, a colui che attraversava e visitava la Chiesa San Tommaso ad Ortona.
Il Pontefice Sisto IV nel 1479 intervenne per autorizzare la modifica della data dal 6 settembre alla prima domenica di Maggio perché giorno preferito dalla popolazione adriatica più che altro perché giorno in cui si sapeva che ci sarebbe stato maggiore afflusso di persone, di forestieri. Questo portò un afflusso così rilevante che il vescovo di Ortona chiese (accolto il 14 settembre del 1742) che tale indulgenza potesse essere concessa anche per i 2 giorni successivi a quello previsto.
Ma quali sono stati i reali motivi dello spostamento della data? Probabile rivalità tra ortonesi e lancianesi cui mise “fine” il 17 febbraio 1427 Giovanni di Capestrano nella proclamazione del “lodo” di pace all’interno della Chiesa di San Tommaso. Ho scritto”fine” con il virgolettato perché quella sorta di pace durò davvero poco e nel 1433 iniziarono nuove ostilità. Una fiera ad Ortona era oggetto del contendere. La città adriatica chiedeva consenso per ottenere una fiera di 15 giorni dal 12 maggio in poi ed i lancianesi si opponevano temendo concorrenza alle proprie di fiere che erano il fiore all’occhiello della città frentana. Ortona era decisamente interessata a far convergere verso di sé il grande afflusso di pellegrini che così potevano anche dare maggiore importanza alla propria fiera.
Il 13 Settembre 1575 il Papa Gregorio XIII confermò definitivamente che il Perdono dovesse essere fissato nella prima domenica di Maggio.
Clemente VIII nel marzo 1596 suscitò delle polemiche con questa frase:” … concedendo l’indulgenza ai fedeli pentiti che ogni anno visiteranno la Chiesa cattedrale di San Tommaso apostolo in Ortona nel giorno della festa dello stesso San Tommaso e dell’Assunzione della Beata Maria vergine …”, ma il giorno della festa di San Tommaso è il 21 Dicembre.
Fu Benedetto XIV, nel 1742 a risolvere il problema ed il Vescovo Marcantonio Amalfitani annunciò e confermò al 21 dicembre il privilegio dell’indulgenza prolungandolo al lunedì e martedì successivo alla prima domenica di Maggio.
Alla fine del XV secolo ci fu un tentativo, peraltro non riuscito di trafugamento delle reliquie di San Tommaso, ad opera di persone bene in vista della società ortonese.
Dopo quell’episodio fu costruita una inferriata di protezione dinanzi all’altare dell’Apostolo e la custodia delle chiavi rappresentò un incarico prestigioso e oneroso nello stesso tempo. Il 15 agosto 1599, i due sindaci di Ortona, in segno di affetto verso san Tommaso, e dietro richiesta del Vescovo, decisero di comprare, a proprie spese, una catena con due grossi lucchetti per meglio proteggere la cancellata posta dinanzi all’altare dell’Apostolo. Consegnarono due chiavi a due consiglieri eletti, una ai due sindaci, due a monsignor vescovo. Da allora, il giorno che precedeva la festa del Perdono, un delegato del Sindaco portava in corteo le chiavi poste su un cuscino e le consegnava in cattedrale al Vescovo della città per l’apertura ufficiale. Nel 1925 il podestà Romolo Bernabeo rese più solenne il corteo delle chiavi, che si formava a Porta Caldari. Precedeva il gonfalone del Comune, con a lato due vigili urbani in grande uniforme. Un messo comunale reggeva sulle mani un ricco cuscino, su cui erano deposte le chiavi custodite dal Comune. Seguivano le autorità civili e militari.
I partecipanti attraversavano il corso e, giunti in cattedrale, salivano la scalinata che conduceva al presbiterio. Lì il podestà consegnava la chiavi nelle mani del Vescovo. Nel 1977, fu progettato un corteo storico in costume che, negli anni Ottanta, fu ambientato storicamente alla fine del 1500, quando Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V, era padrona di Ortona, dove morì nel 1586. Successivamente il corteo, ricco di figuranti e sbandieratori, ha assunto un aspetto storico.
Una dama, selezionata tra tutte le ragazze della città, vestita in costume medioevale, porta le chiavi in cattedrale.
Il dono a san Tommaso è stata una consuetudine degli ortonesi fin dal tempo della traslazione, come significato simbolico di riconoscenza e venerazione verso l’Apostolo. Le offerte in natura e in denaro, raccolte dai fedeli erano finalizzate all’aiuto dei poveri, ad abbellire la cattedrale, ad accrescere e migliorare i paramenti sacri. Nel 1908 45 deputati delle feste offrirono i doni raccolti dalle offerte volontarie dei fedeli. I marinai, invece, mantennero con le aste il rinnovato baldacchino, sul busto dell’Apostolo in processione, come ringraziamento per i pericoli scampati in mare. Nell’anteguerra il dono consisteva solo nell’offerta del pane. Le donne, sbucando in fila dai vicoli di Terra vecchia reggevano sul capo, protetto dal cercine, tavolate di pagnotte.
Dagli anni Settanta il dono ha subito una svolta, è diventata una sfilata. Realizzata in costume, ha assunto un significato aggregante e di forte solidarietà. In Ortona ricorda anche una forma di redistribuzione di ricchezza terriera che il Capitolo di san Tommaso esercitò nel corso dei secoli, ricevendo in omaggio la terra dai possessori e ridistribuendola con contratti agevolati ai bisognosi, che all’inizio del Novecento divennero tutti proprietari.
Le notizie sul corteo delle chiavi sono state tratte dal sito: “tommaso apostolo” .
Chiedendo a mia volta preventivamente l’indulgenza delle persone e degli abitanti di Ortona per eventuali errori, mancanze o imprecisioni.
- Antonio De Luca