ORTONA- In extremis il sindaco, Leo Castiglione, nella tarda mattinata di venerdì, ha ritirato le sue dimissioni presentate nella giornata di lunedì 20 febbraio riconfermando la giunta che aveva azzerato lunedì 6 marzo. Il neonato gruppo consiliare “Città che amo“, composto dai tre consiglieri dissidenti Italia Cocco, Simona Rabottini e Antonio Sorgetti, resta fuori dalla maggioranza. Il sindaco quindi andrà avanti con una maggioranza formata da otto consiglieri rispetto agli undici iniziali trovandosi di fatto a correre il serio pericolo di andare in minoranza e, quindi, cadere ad ogni delibera.
Quel “vivacchiare” insomma che il sindaco, con la minaccia delle dimissioni, avrebbe voluto evitare.
«Ritiro le dimissioni e confermo la mia giunta, che ha sempre meritato rispetto e fiducia per l’ottimo lavoro- ha spiegato Castiglione- L’azzeramento della giunta è stato chiesto dal nuovo gruppo consiliare Città che amo che ha chiesto l’inserimento di due assessori esterni, indicati da loro con le deleghe: urbanistica e ambiente e l’altro lavori pubblici. Ho azzerato la giunta per ricomporre la maggioranza specificando però che non avrei ceduto sulla delega ai lavori pubblici visto che era stata data al candidato che ha ottenuto più voti in assoluto nelle ultime elezioni (Cristiana Canosa ndr).
Dopo due incontri e numerosi rinvii da parte di Città che amo pur essendo noi disposti a dare più visibilità al nuovo gruppo con due assessori come richiesto c’è stata una totale chiusura e arroccamento sulle loro posizioni confermando di non essere disposti a trattare sulle deleghe riconfermando quelle richieste. Per cui gli altri temi posti sono risultati semplicemente pretestuosi. Il nuovo gruppo consiliare non è più parte della maggioranza e quindi chiedo a tutti i consiglieri di guardare oltre le proprie appartenenze e di pensare al bene e allo sviluppo della città che non può arrestarsi dinanzi all’ordinaria gestione di un commissario».
Il gruppo consiliare “Città che amo” chiarisce, dal canto suo in una nota, la propria posizione: «Nel corso degli incontri non abbiamo trovato risposte convincenti ed esaustive sugli argomenti per i quali il sindaco stesso ha dichiarato di essersi dimesso e sulle questioni da noi sollevate (ovvero permuta dei terreni al parco Ciavocco e parco fotovoltaico marino ndr) questioni che, a nostro giudizio, sono di fondamentale importanza per la trasparenza e il buon andamento dell’azione amministrativa e, più in generale, per il corretto svolgimento della dialettica politica. Non intendiamo accedere ad alcuna forma di compromesso Dal nostro punto di vista, tale opzione, seppur proposta, svilirebbe il ruolo del consigliere comunale e lo ridurrebbe a mero scambio di poltrone. Valuteremo di volta in volta ogni singolo atto amministrativo che sarà sottoposto alla nostra attenzione soppesandone il contenuto nell’interesse esclusivo della comunità».
Castiglione quindi riprende il suo cammino, in realtà di fatto mai interrotto essendo stato in questi quasi venti giorni sempre nel pieno dei suoi poteri, ritrovandosi però davanti subito un altro scoglio oltre quello del parco marino fotovoltaico che di fatto lo ha spinto alle dimissioni ovvero l’antenna 5g posizionata in contrada San Donato, località Acquabella, su un terreno privato.
La denuncia arriva da Massimo Tatone segretario locale della Destra Sociale Ortona «Un antenna posta vicino alle abitazioni, fatta sorgere in un baleno con i residenti ignari di tutto, in una zona che in estate che è presa d’assalto dai turisti. Un‘antenna in quella zona ha un fortissimo impatto ambientale, ma qui il problema è anche di salute pubblica.

I residenti saranno sottoposti ad un campo magnetico h24, subendo una forte svalutazione degli immobili». Tatone facendosi portavoce dei timori dei residenti pone alcuni quesiti: perché proprio in quel punto? Quanti saranno i volt/metri emessi dall’antenna? Perché i residenti non sapevano? Perché tutto questo silenzio? Ma soprattutto quale sarà l’impatto sulla salute pubblica? L’invito che Tatone rivolge all’amministrazione è quello di provvedere «a redigere il piano antenne in accordo con le nuove leggi nazionali e di tutelare territorio e salute pubblica. Sulle tematiche ambientali ci sono solo latitanza e silenzio».
Daniela Cesarii