Francesco di Sales era nato a Savoia nel 1567 nel castello della sua nobile famiglia: studiò a Parigi e poi a Padova con brillanti risultati.
Nobile savoiardo, bruciò ben presto le tappe della carriera di avvocato, ma a 26 anni sentì la vocazione a farsi prete e quindi operatore di pace nella Chiesa divisa dalla Riforma protestante. Aprì così il primo “giornale” cattolico, affiggendo manifesti catechistici sui muri delle case, conservando però nelle polemiche pubbliche una rara delicatezza.
Un’opera di apostolato che fruttò in pochi anni la conversione di migliaia di che rientravano nella Chiesa di Roma.
Divenuto vescovo di Ginevra si dedicò alla “direzione spirituale” di innumerevoli persone, uomini e donne che domandavano alla sua delicatezza interiore il discernimento sulla propria vita. Inventò una spiritualità per i laici, e amante delle belle lettere e della lingua francese, istituì ad Annecy l’Academie Florimontane . Capacità di andare controcorrente, lungimiranza, modernità, dunque, di cui Francesco di Sales aveva già dato prova nel primo confronto col mondo riformato. A mezzi classici come la predicazione e la disputa teologica egli ne aveva escogitato uno, davvero particolare: pubblicazione di fogli volanti (i cosiddetti manifesti) che, pensati come mezzo di catechesi e informazione religiosa, potevano raggiungere tutti attraverso l’affissione murale o la consegna ai singoli usci. A toni polemici e atteggiamenti severi Francesco preferì inoltre il metodo del dialogo e della dolcezza, seguendo la massima: «Se sbaglio, voglio farlo per troppa bontà piuttosto che per troppo rigore».
Fu dunque una giusta valutazione quella che indusse Pio XI a proclamare Francesco di Sales, il 26 gennaio 1923, patrono di «tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina» (Enc. Rerum omnium). E all’indomani del Vaticano II Paolo VI volle nuovamente additare il vescovo di Ginevra come modello dei giornalisti cattolici nella lettera apostolica Sabaudie gemma. È diventata poi tradizione che il testo del messaggio pontificio in occasione della Giornata mondiale per le comunicazioni sociali venga pubblicato proprio in concomitanza con la memoria liturgica del santo che è oggi 24 gennaio.).
Ecco perché il 27 gennaio 1963 Giovanni XXIII poté giustamente dire agli iscritti dell’Unione cattolica della stampa italiana: «La figura di san Francesco di Sales non è di quelle che si possono contenere entro limitati orizzonti: essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena : più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy… In verità san Francesco di Sales fu il più amabile tra i santi, e Iddio lo mandava al mondo in un’ora di tristezza… Ed egli apparve ed è rimasto come l’incarnazione della pietà sorridente e forte, in cui si fondono la poesia ingenua di san Francesco d’Assisi e l’amore chiaroveggente di sant’Agostino».