“Sicuramente non si può morire così. E’ terribile quanto successo ieri a Miglianico, dove una donna di 41 anni è stata uccisa dal compagno 39enne, circostanza che dimostra l’escalation di violenza in Abruzzo. La situazione familiare che coinvolgeva la donna uccisa è molto più complessa di quanto si possa immaginare. Una cosa è certa: ha fallito ancora una volta lo Stato”. E’ quanto afferma la Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo, avv. Maria Franca D’Agostino.
“Non ho voluto finora rilasciare dichiarazioni – prosegue – in quanto ho ritenuto doveroso accertarmi personalmente, almeno in parte e ove possibile, di quanto accaduto. Mi risulta risalire a un anno fa una denuncia nei confronti del 39enne, avente ad oggetto una minaccia con arma da fuoco che lo stesso aveva fatto nei confronti dei querelanti, denuncia che non sembra aver avuto seguito da parte delle autorità competenti.
Mi chiedo come mai l’uomo continuasse a detenere l’arma nonostante, come apparso su alcuni organi di stampa, avesse vari precedenti penali: aveva forse un regolare porto d’armi e se è così, come mai a seguito della denuncia questo non era stato revocato?”.
“Mi chiedo, inoltre – continua l’avv. D’Agostino – che ruolo abbiano avuto i servizi sociali in tutto questo. Voglio augurarmi che gli stessi non fossero stati informati dalla vittima di eventuali episodi di violenza, anche se, considerata la specificità della materia, qualora ciò fosse avvenuto, non sarebbe stata di loro competenza la gestione del caso. Competenza che, invece, in Italia è dei centri antiviolenza (Cav) con i quali i servizi sociali dovrebbero rapportarsi.
In Abruzzo esistono 13 centri antiviolenza riconosciuti, ma ci sono, purtroppo anche associazioni che si presentano come Cav senza averne titolo.
Il legislatore ha ritenuto che i centri antiviolenza abbiano requisiti tassativi per poter essere considerati tali, proprio per la delicatezza della materia, e non è più tollerabile che una donna che si rivolge a un centro antiviolenza per essere supportata non lo sia per l’incompetenza di chi, invece, dovrebbe sostenerla e supportarla nel percorso di “rinascita”.
Sicuramente nell’attuale ordinamento che coinvolge la gestione della conflittualità nei rapporti famigliari e nelle famiglie allargate, come nella vicenda di Miglianico, esiste un Vulnus che è necessario sanare.
Al riguardo ho provveduto a convocare una riunione della Commissione Pari Opportunità della Regione per giovedì 22 p.v., anche per discutere di eventuali proposte di legge e/o protocolli da portare in Consiglio Regionale ed eventualmente in sede nazionale, anche in collaborazione con il Garante regionale dell’Infanzia.