Il cambiamento climatico analizzato da ricercatori, istituzioni e economisti della Banca d’Italia al Gran Sasso Science Institute, a L’Aquila, nell’ambito della presentazione del rapporto “Gli effetti del cambiamento climatico sull’economia italiana”.
È noto, ormai, come la crisi climatica stia avendo e continuerà ad avrà effetti su tutta la società e il suo tessuto produttivo.
La costante riduzione dei centimetri di neve influisce sul turismo invernale; l’aumento della siccità e degli eventi estremi portano effetti negativi su colture come il mais e il grano duro, con danni all’agricoltura.
Sono soltanto alcune delle conseguenze evidenziate dal rapporto, curato da Matteo Alpino, Luca Citino, Guido de Blasio e Federica Zeni, con la collaborazione esterna del ricercatore Alessandro Palma dell’Area di Social Sciences del GSSI, presentato da Fabrizio Balassone, Gioia Mariani e Alessandra Pasquini della Banca d’Italia.
Uno studio che evidenzia anche altri risultati: la minore resilienza delle imprese presenti in territori ad alto rischio idrogeologico e sugli studenti, la cui performance scolastica cala sensibilmente quando fa troppo caldo. Un problema non solo di questi ultimi, ma di molte più persone, tra cui chi lavora all’aperto, quindi maggiormente esposto alle ondate di calore sempre più frequenti.
“Si tratta di un lavoro importantissimo – spiega il ricercatore Alessandro Palma – il primo di questo genere in Italia: è un progetto che affronta in maniera sistematica e robusta gli effetti del cambiamento climatico nel nostro Paese in ambito socioeconomico. Sono stati utilizzati molti dati amministrativi, analizzati con metodi controfattuali: lo studio quindi fornisce una stima causale e non una semplice correlazione. In pratica viene misurato con precisione come e quanto le diverse manifestazioni del climate change influiscono in specifici ambiti e questo diventa ora uno strumento utilissimo per i decisori pubblici”.
Tra i tanti temi trattati dal rapporto c’è anche quello dei territori, sempre più esposti a disastri naturali come alluvioni, frane, o incendi. Un tema assai caldo, soprattutto dopo la tragedia di Ischia.
“Il cambiamento climatico e la successione di shock socio-economici attuali stanno accentuando maggiormente le criticità di territori più vulnerabili e con scarsa capacità di far fronte, anche economicamente, al costo di continue catastrofi”, aggiunge Marco Modica, professore al GSSI e componente del comitato direttivo REDI (Reducing Risk of natural DIstasers), un centro di ricerca che coinvolge diversi istituti nazionali e che intende aumentare la preparazione, la risposta e la velocità di recupero dalle catastrofi della comunità.
“Gli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici sono sotto i nostri occhi anche in questi giorni, con tutta la loro drammaticità. Li abbiamo sottovalutati troppo a lungo, ne abbiamo parlato come di un problema futuro, ma sono un problema presente, qui e ora, ed è nostro dovere parlarne e cogliere ogni opportunità per dare il nostro contributo”, conclude la professoressa Alessandra Faggian, direttrice dell’Area di Social Science del GSSI.
Beatrice Tomassi