E’ di pochi giorni fa la notizia che l’albero di natale che svetterà quest’anno in piazza San Pietro a Roma arriverà direttamente dall’Abruzzo, da Rosello per la precisione. leggi qui la notizia (https://videocitta.media/2022/10/29/abruzzo-arrivera-da-rosello-lalbero-di-natale-di-piazza-san-pietro-a-roma/).
Una decisione che tuttavia non è piaciuta a tutti. Riportimao il pensiero dell’avvocato e fotografo naturalista Dario Rapino, in passato collaboratore della riserva di Rosello, da dove verrà tagliato l’albero.
“Il taglio dell’ abete da parte del Comune di Rosello, scrive Rapino, per esporlo in Piazza San Pietro in occasione delle prossime festività natalizie, pone il tema dello sfruttamento da parte dell’uomo delle risorse naturali che eccedono le strette necessità della nostra specie.
Soprattutto in un periodo dove la nostra stessa sopravvivenza è minacciata dalle ferite inferte al Pianeta Terra, sottrarre un albero secolare al proprio territorio per soddisfare impulsi da idolatria può essere definito in un solo modo: un imperdonabile scempio.
E giustificare ciò con il rispetto di tradizioni religiose è semplicemente falso, datosi che il rituale dell’albero natalizio appartiene alla tradizione pagana (ad esempio dei popoli celtici), tanto è vero che la stessa chiesa cattolica lo avversò fino al XVI secolo.
Si dirà: ma in fondo è solo un albero.
Chiunque abbia un minimo di cognizioni su cosa sia un ecosistema, sa bene che un albero è parte imprescindibile di una rete di connessioni con altri alberi, che si sviluppa attraverso gli apparati radicali.
Tagliare un albero equivale a sottrarre un tassello comunicativo al suo ambiente.
Per non parlare della fauna e della microfauna che negli alberi trovano riparo e protezione.
È stupefacente che chi amministra un territorio così ricco di biodiversità non conosca l’abc dei temi ambientali.
Va infine detto che il Comune di Rosello ha tenuto sulla vicenda un atteggiamento a dir poco opaco, avendo persino negato l’accesso agli atti alle Guardie ecologiche del WWF, sicche’ noi oggi non sappiamo quali atti amministrativi siano stati adottati in tema di spese, se e quali procedure siano state seguite per l’individuazione dell’esemplare da sopprimere (ricordiamo che l’abete bianco è specie endemica appartenente alla lista rossa di quelle a rischio e dunque non passibile di taglio), se siano state o meno ottenute le necessarie autorizzazioni da parte degli Enti preposti”