Arte e scienza si incontrano in “Quintessence”, un’installazione permanente nata all’interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e realizzata da Enrico Magnani, un ex ricercatore scientifico e artista contemporaneo che ha esibito le sue opere in numerosi musei, fondazioni, gallerie private e istituzioni sia negli Stati Uniti che in Europa, tra cui il CERN.
L’opera, una rappresentazione artistica della fisica astro particellare, si propone di sviluppare e promuovere l’interazione tra il mondo della scienza e il mondo dell’arte per una nuova visione e comprensione dell’Universo. Supernove, Materia Oscura e Neutrini, alcuni fra i temi più attuali e affascinanti della cosmologia e della fisica contemporanea ed oggetto di ricerca dei Laboratori del Gran Sasso, vengono interpretati da Magnani tramite il linguaggio creativo e intuitivo dell’arte.
Non solo i soggetti fanno riferimento a temi scientifici, ma anche il metodo con cui è stata realizzata “Quintessence” pone le sue basi nella fisica: l’artista infatti non ha usato mani, pennelli o altri strumenti, ma ha sfruttato gli effetti della fluido-dinamica e, dunque, non ha toccato l’opera. Questa originale tecnica si ispira e tenta di riprodurre, con tutti i limiti del caso, la dinamica delle esplosioni stellari.
“Quintessence” si sviluppa su cinque pareti della Divisione Ricerca dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Quattro pareti di cinque metri per due ospitano altrettante installazioni dedicate ai quattro elementi della tradizione ellenica e,, in parallelo alle quattro forze fondamentali che governano l’Universo; la quinta parete, di forma irregolare, ospita una installazione circolare di tre metri di diametro dedicata alla Materia Oscura (Dark Matter).
Le opere della serie “Dark Matter” contengono uno sfondo creato con un pigmento fosforescente che al buio emette una luce giallo-verde che filtra attraverso le forme create dal pigmento tradizionale e, così, produce a livello ottico, una nuova opera d’arte completamente diversa dalla precedente e suggerendo un cambio di paradigma e un nuovo modo di vedere le cose.
“Spegnendo la luce, vedi qualcosa di nuovo di cui non avevi idea. Ho trovato l’analogia con la Materia Oscura molto pertinente: la materia fosforescente è presente nell’opera, ma non la percepiamo usando la luce, abbiamo bisogno del bui. Dobbiamo cambiare il paradigma. Anche noi siamo circondati dalla Materia Oscura che però non vediamo: toccherà alla scienza trovare lo strumento e quelle condizioni che ci permetteranno di individuarla utilizzando un modo nuovo di guardare il mondo“, ha dichiarato l’autore.
Beatrice Tomassi