ORTONA – Si è conclusa come cinque anni fa in quel di Praga la trasferta in Slovacchia della nuova Orchestra I Giovani Accademici. La giovane compagine abruzzese si è aggiudicata la medaglia d’oro nella categoria orchestre con strumentazione libera fino a 21 anni.
L’OIGA, che con la istituzione dell’Orchestra Sinfonica Tosti è diventato il suo centro di formazione, era il terzo ensemble più giovane, con 50 ragazzi che vanno dai 14 ai 19 anni provenienti da tutta la regione. Il 6 luglio, l’orchestra ha avuto l’onore di aprire il festival all’interno della suggestiva cattedrale di St. Martin, eseguendo la celebre Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone.
Il 7 luglio, giorno del concorso, nella sala principale del Primatial Palace, i giovani maestri hanno eseguito un programma coinvolgente e difficile, ottenendo il pieno apprezzamento della giuria internazionale composta dal presidente di commissione, Scott Ferguson (USA), David Slater (Australia), Ondrej Šaray (Slovacchia) e dal Direttore Artistico del Festival, Milan Kolena (Slovacchia). Il programma presentato prevedeva un medley su Jesus Christ Superstar, Raihna di Paolo Angelucci e Danzon n.2 di Arturo Marquez. Nel pomeriggio, l’ensemble si è esibito in piazza Hviedzoslav. La tournèe si è conclusa con il concerto finale dell’8 luglio in una Klarisky Music Hall gremita all’inverosimile e con la proclamazione dei risultati. Tutti gli eventi sono stati trasmessi in diretta Facebook e Instagram, coinvolgendo anche le famiglie rimaste in Italia.
Ad accompagnare i ragazzi, il direttore artistico e musicale dell’OST, M° Paolo Angelucci, e il vicepresidente dell’Orchestra, M° Andrea Morone. Si tratta della seconda affermazione a livello internazionale per l’Orchestra I Giovani Accademici, un vanto non solo a livello locale, ma anche nazionale essendo l’unica rappresentante italiana in gara.
“E’ innegabile la soddisfazione- commenta il maestro Angelucci – cinque anni fa, a Praga, dentro di me ero certo di avere una macchina quasi perfetta fra le mani. Il risultato meravigliò solo chi non conosceva quella realtà. Ma a livello personale, questo risultato assume un valore ancora più profondo: abbiamo iniziato questo percorso quando si avvisavano i prodromi della pandemia. Abbiamo continuato in situazioni spesso difficoltose, per non dire impossibili. Abbiamo provato con le mascherine per due anni, abbiamo dovuto fare i conti con le positività e le quarantene.
Questi sono i ragazzi del lockdown più lungo della storia, della DAD, delle promesse che non si sono potute mantenere. E quando, prima la guerra e poi la risalita dei contagi, stavano rimettendo in dubbio tutto, abbiamo mantenuto una linea ferma e decisa e siamo andati fino in fondo. La formazione di questi ragazzi non è stata sempre lineare, eppure hanno trovato la forza di crescere in poco tempo e portare la nave in porto. E hanno trovato tanta forza e coraggio anche le famiglie, che hanno voluto credere nella bontà di questo progetto. Sinceramente non pensavo che avremmo raggiunto l’obiettivo più importante: sapevo di avere un’orchestra qualitativamente molto valida, ma i motivi di cui sopra mi lasciavano qualche dubbio che si è risolto durante la prova precedente al concorso”.
Daniela Cesarii